E’ stata concessa la semilibertà ai due manager tedeschi della società Thyssenkrupp, al centro del rogo che nel 2007 ha ebbe luogo a Torino e che causò la morte di 7 operai. Il procuratore generale di Torino, Saluzzo, spiega: “La Germania è uno Stato sovrano, noi magistrati non possiamo intervenire”. La sindaca Appennino parla di “uno schiaffo”.
Il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, commenta la concessione della semilibertà concessa ai due manager tedeschi della società Thyssenkrupp, che nel 2007 fu al centro del rogo che causò 7 vittime tra gli operai. Saluzzo commenta, di fatto, scansando ogni responsabilità: “Non siamo mai stati con le mani in mano. Se siamo arrivati a questo risultato è perché non abbiamo mai abbassato la guardia, ma non potevamo incidere perché si tratta di uno Stato estero“. Così, anche se il “il ministero italiano ciò che poteva fare, lo ha fatto”, tornano in semilibertà Gerald Priegnitz e Harald Espenhahn. Poi il pg spiega ai familiari delle vittime: “La decisione viene da altri e non c’era nessuna possibilità di far eseguire la pena ai due in Italia. A un’esecuzione siamo comunque arrivati. So che siete delusi e più addolorati di prima, se possibile, ma volevo illustrarvi la situazione, ed è questa e non c’è rimedio”. Così Saluzzo si rivolge ai famigliari delle vittime che, organizzando un sit in e un incontro con il procuratore, hanno contestato un dato: i manager Thyssen sono stati condannati per reato colposo, non doloso. A questo punto Saluzzo non può che dare ragione ai famigliari, ma ribadendo che ci sono dei vincoli giudiziari che impediscono di ribaltare la situazione: “Sono assolutamente convinto che fosse un reato doloso ma in Italia siamo in uno stato di diritto, dove il giudice ha stabilito che non lo era”.
Ma non dimenticano i parenti dei sette operai morti durante l’incendio divampato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 all’interno dell’acciaieria di corso Regina Margherita. Non dimenticano anche perché il tribunale di Essen ha concesso ai due manager la semilibertà. Anzi, stamattina puntano direttamente ai cancelli del Palazzo di giustizia di Torino per protestare: “È una vergogna. Non è giusto, questa non è una condanna, è libertà. Ci ha chiamato ieri a mezzanotte il ministro della Giustizia Bonafede per rassicurarci, ma noi ora non crediamo più a nessuno. Non ai politici e non alla magistratura”. E ancora: “Dopo 13 anni, ancora promesse, ancora chiacchiere, ancora bugie. Ci vergogniamo dell’Italia e della Germania. Non ci possono zittire con due parole. Non ce l’hanno messa tutta. Quando hanno dato l’estradizione avrebbero dovuto assicurarsi che questi due sarebbero finiti in galera”. Il pg Saluzzo cerca allora di rispondere all’indignazione con le motivazioni giudiziarie che hanno portato a questo epilogo: “La Germania è uno Stato federale e ogni land ha sue leggi speciali. Nel land in cui vivono i due imputati c’è la possibilità di essere ammessi al lavoro esterno dal primo giorno di pena. Ed è una situazione che prevede anche una maggiore socialità all’interno del carcere. Siamo in presenza di uno Stato diverso, sovrano che in altri casi è bastato molto più sollecito, questo bisogna dirlo. L’ordine di esecuzione che avevo firmato era del 4 maggio 2016. Hanno frapposto ostacoli di vario genere come la richiesta, tra il 2017 e il 2018, di avere tutte le sentenze italiane tradotte. Richiesta non conforme ai trattati dell’Unione Europea. So che siete addolorati se è possibile ancora più di prima, che siete delusi, se avessi potuto incontrarvi per darvi la notizia della carcerazione lo avrei preferito, non come giudice ma come uomo”.
Sulla questione insorge anche la sindaca Appennino, che definisce la vicenda “uno schiaffo”. Incontrando i famigliari delle vittime questa mattina ha affermato: “Quello che è successo è uno schiaffo alla loro battaglia. La città si schiererà al loro fianco e faremo sentire la nostra voce”. Il leader della Lega Matteo Salvini, intanto, chiede l’intervento del Governo: “Le vittime italiane del rogo Thyssen, i loro familiari e amici e tutto il nostro Paese meritano rispetto: è vergognoso quanto successo in Germania, dove hanno concesso la semilibertà a due manager tedeschi. Mi aspetto che anche il Governo italiano dica parole inequivocabili”.
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