L’ex leader di Italia dei Valori Antonio Di Pietro boccia il Movimento 5 Stelle. “Sembra la riproposizione della vecchia Democrazia Cristiana. Io a capo del Movimento? Non c’entro nulla, ognuno ha il suo tempo”
Antonio Di Pietro si lascia andare ad un giudizio severo sull’operato del Movimento 5 Stelle. Il consiglio che l’ex leader di Italia dei Valori dà ai grillini è diretto: tornare alle origini. “Io capo politico del M5S? Non c’azzecco niente. Ognuno ha il suo tempo e deve avere rispetto del tempo che passa. Il M5s è un movimento che se vuol sopravvivere deve tornare alle origini. Così com’è adesso sembra una Dc, con un parroco di provincia che lo sta amministrando, don Giuseppe (Conte, ndr) che ogni giorno ci propina la sua predica che potremmo andare a sentire la domenica alla messa cantata”.
“C’è bisogno – prosegue Antonio Di Pietro, ospite di “Res Publica” su Radio Cusano Tv Italia – di un ritorno alle origini, di riprendere le tematiche che avevano avvicinato l’elettorato. Sotto questo aspetto l’unico che può smuovere le coscienze è Di Battista, l’unico capace di parlare a quel popolo”.
“Dei progetti politici di Di Battista non condivido molto. Non condivido – ha continuato l’ex leader di Idv – tutti i suoi no, no-Tap, no-Tav, no alle opere pubbliche. Però, politicamente parlando, è colui che rappresenta quella parte del popolo italiano che la pensa così e soprattutto che dice e fa quello che pensa. Congresso, Stati generali, assemblea costituente li abbiamo visti in tutti i partiti, se il M5s vuole diventare come tutti gli altri partiti andrà a scomparire. Ci vuole una persona che faccia da punto di riferimento all’elettorato vero, non a quelli che stanno in Parlamento. Da questo punto di vista Di Battista rappresentava, e forse rappresenta, il collante tra la politica e quel popolo che vuole quelle politiche”.
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“Italia dei valori e M5s sono delle realtà simili. Io – ha detto ancora l’ex presidente dell’Idv – considero i 5 Stelle dei miei figlioli. Hanno raccolto quello che professava il mio partito. Quando io sono entrato nelle istituzioni ho avuto la necessità di costruire una classe dirigente all’interno della quale ho trovato tante brave persone. Ma in questo contesto ho avuto anche tante altre persone che hanno cambiato casacca mille volte pur di farsi gli affari propri. Grillo? Lo considero mio fratello sul piano politico. Ritengo che Grillo abbia fatto una scelta di campo coerente. Nel movimento, però, c’è gente che è scesa a compromessi. Compromessi fatti con la sinistra democristiana”.
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