Il giudice del tribunale di Torino ha assolto tutti i 15 imputati nel processo per il crac di Seat Pagine gialle, perché il fatto non sussiste.
L’accusa aveva chiesto in tutto 75 anni di carcere perché “il dividendo di tre miliardi e 578 milioni contribuì a generare una situazione finanziaria insostenibile”. Il giudice ha accolto la tesi difensiva, secondo cui quella somma agli azionisti era “perfettamente giustificata perché la futura crisi non era prevedibile”.
Accusati di bancarotta fraudelanta, assolti con formula piena
Assolti con formula piena dal giudice del tribunale di Torino, tutti e 15 gli imputati nel processo per il crac di Seat Pagine gialle. Erano accusati di bancarotta fraudolenta. Il pubblico ministero Valerio Longi aveva chiesto per loro un totale di 75 anni di condanne. Il giudice ha però accolto la tesi difensiva, che il 27 gennaio scorso aveva sottolineato che il maxi-dividendo agli azionisti di Seat Pagine Gialle deliberato nel 2004 era “perfettamente giustificato perché la futura crisi di Seat Pagine Gialle non era prevedibile”. Questo il senso dell’arringa dell’avvocato Iannaccone. La tesi del pm Valerio Long, invece, era che il dividendo di tre miliardi e 578 milioni contribuì a generare una “situazione finanziaria insostenibile”. Per questo motivo aveva chiesto 15 condanne, 5 anni per ciascun imputato, senza fare distinzioni fra ruoli e cariche ricoperte nella società.
Il punto centrale del processo era una distribuzione agli azionisti – sancita dall’assemblea del 15 aprile 2004 – di un dividendo pari a tre miliardi e 578 milioni. In base alla tesi originaria dell’accusa, l’operazione contribuì a generare una “esposizione finanziaria insostenibile”. La società torinese fu poi ammessa al concordato preventivo nel 2013. A gennaio Iannaccone, prendendo la parola in difesa di sei componenti del cda dell’epoca, aveva spiegato che l’Ebitda (il margine operativo lordo) è stato in continua crescita fino al 2007, in quell’anno fu “addirittura il migliore in assoluto di Seat“, mentre nel 2008 si mantenna stabile. Il calo si ebbe nei cinque anni successivi. Il pool difensivo ha commentato quest’oggi con evidente soddisfazione, la sentenza: parlando di “chiusura di un dibattimento approfondito e attento, che ci ha consentito di dimostrare l’infondatezza della tesi accusatoria nei confronti degli imputati”.