L’ex capo della Squadra Mobile di Pescara Piefrancesco Muriana ha tentato il suicidio ed è ora ricoverato presso l’ospedale di Chieti.
Era indagato per il disastro di Rigopiano l’ex capo della Squadra mobile, Pierfrancesco Muriana. Dopo la denuncia partita da uno dei tre carabinieri forestali accusati per falso materiale, Muriana, era stato inserito nel registro degli indagati per calunnia durante le indagini sulla strage di Rigopiano. A seguito della richiesta della Procura, il gip Elio Bongrazio ha archiviato le posizioni dei tre forestali poiché “non esistono elementi per sostenere l’accusa e che non vi è alcun elemento che possa corroborare l’ipotesi dolosa delineata dal denunciante”. Ieri Muriana doveva ascoltato dal procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e dal sostituto Luca Sciarretta ma non si è presentato: aveva tentato il suicidio. Muriana non sarebbe in pericolo di vita: è stato trovato da una pattuglia dei Forestali nei pressi di Francavilla al Mare (Chieti) riverso nella sua autovettura. Secondo quando confermano gli ambienti sanitari teatini sarebbe intossicato da monossido di carbonio ma non sarebbe in pericolo di vita.
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Muriana ha lasciato in macchina un biglietto con su scritto “Sono estraneo alla vicenda di Rigopiano”. E’ stato ritrovato in un vecchio modello di auto Diesel di proprietà del padre, che l’ex capo della Mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana ha utilizzato per tentare di togliersi la vita nei pressi di una discarica di Francavilla al Mare (Chieti). Muriana ha ribadito la sua estraneità alla vicenda di Rigopiano: ha affermato di non essere stato al corrente della prima telefonata arrivata in Prefettura dall’hotel che dava l’allarme. Doveva presentarsi all’interrogatorio in programma ma non è mai arrivato. Al momento della denuncia, l’ex capo aveva riferito che il 27 gennaio 2017, qualche giorno prima della tragedia, aveva inviato tramite Pec ai carabinieri forestali, l’annotazione dell’agente Crosta che riguardava una telefonata effettuata da Gabriele D’Angelo, cameriere del resort, poche ore prima del fatto per chiedere aiuto. L’ex capo contestava i forestali di aver inoltrato la richiesta il 12 novembre 2018 e di aver dichiarato invece di averlo fatto il 27 gennaio dell’anno prima. Muriana inoltre ha accusato i tre di aver falsificato il documento cancellando la data e il numero del protocollo. A seguito di queste dichiarazioni è stato poi indagato per il reato di calunnia. Ora dovrà superare la degenza e poi sottoporsi nuovamente all’interrogatorio per accertare quale sia stato il suo ruolo in questa drammatica vicenda.