Oggi è la giornata mondiale contro la desertificazione. In Italia il 10% del territorio è a rischio, con Sicilia, Basilicata e Molise ai primi posti nella classifica delle regioni più colpite
“E’ un fenomeno ormai globale, che non colpisce solo le aree più desertiche del globo. I cambiamenti climatici e una gestione poco attenta alle risorse naturali mettono a rischio la fertilità dei terreni, del nord del mondo come di quelli del sud, e la produzione agricola”. Un fenomeno preoccupante, di fronte al quale l’Onu ha deciso di dedicare una Giornata mondiale al tema della lotta alla desertificazione. Il 17 giugno non ricorda solo quel 29% del territorio globale maggiormente colpito, abitato da oltre 3 miliardi di persone, ma anche tutte le altre aree dove la desertificazione avanza. Ed è un problema, quest’ultimo, che tocca anche il nostro territorio, soprattutto al Sud.
Il degrado a scala globale – come riportato dalla fotografia del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente – viene oggi calcolato attraverso dati satellitari che attenzionano la copertura vegetale e la produttività del suolo. Tra il 1998 e il 2013, una percentuale pari al 20-30% della superficie terrestre ha mostrato andamenti declinanti nella produttività. Grazie all’osservazione satellitare del programma europeo Copernicus è stato staimato che il 12% delle terre coltivate a vegetazione mostra un calo della produttività e che il 21% è a rischio. Una fetta rilevante, da non trascurare.
La situazione italiana: Sicilia, Basilicata e Molise a rischio
Quali le cause di questo fenomeno globale? Come sempre nelle questioni ambientali non c’è un solo colpevole, ma una serie di cause. I cambiamenti climatici hanno senza dubbio modificato le precipitazioni, aumentato la temperatura e gli episodi di siccità, con conseguente disponibilità insufficiente di acqua per il suolo, per la vegetazione e per le attività produttive (agricoltura in primis). Basti pensare all’ultimo report sul mese di maggio, considerato dagli esperti come il più caldo di sempre prendendo in esame la media delle temperature europee C’è poi una gestione poco attenta delle risorse naturali, dell’acqua, del suolo e della vegetazione. Il suolo viene consumato eccessivamente e si usano pratiche agricole dannose. E qui mancherebbero dei veri e propri piani preparati dalle regioni.
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In Italia il 10% del territorio è molto vulnerabile. La Sicilia è la regione più colpita (42,9% della superficie regionale), seguita da Molise, Basilicata (24,4%) e dalla Sardegna (19,1%). Il nostro Paese sta definendo le azioni necessarie per raggiungere la Land Degradation Neutrality – LDN, ovvero il bilanciamento tra le aree degradate e quelle recuperate. LDN è uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. A tal proposito, il governatore della Sicilia Musumeci ha spiegato. “Siamo l’unica regione ad aver già pronto un piano per combattere la desertificazione. Da località più colpita, puntiamo ad essere la prima regione a correre ai ripari con delle contromisure valide”.