La giovane ragazza scomparsa era stata ricordata con il suo nome da uomo: Luxuria aveva raccontato la sua storia su Twitter.
Una storia triste quella di Alessia, nata come Dino, morta a 46 anni a Pescara e ricordata sul manifesto funebre con il suo nome di battesimo. La comunità trans e Lgbt non aveva preso bene, e su cui si è fatto poi marcia indietro. Del caso ha parlato su Twitter Vladimir Luxuria, ex deputata trans e da tempo in prima linea per le battaglie sui diritti civili: Luxuria ha pubblicato la foto della lapide con il nome corretto in Alessia. «Questa è la lapide della trans Alessia: dopo i manifesti funebri al maschile la famiglia ripara con questa targa che la ricorda come donna. Un grande segno di rispetto che onora i familiari sinceramente affranti per l’errore e distrutti per la perdita di Alessia», scrive evocandone con affetto la memoria.
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La notizia è diventato subito virale: la famiglia, al Messaggero, aveva detto di non aver avuto un ruolo nella decisione di mettere il nome Dino sul manifesto. «È stato il frutto di un gesto di buon cuore in favore della nostra famiglia che versa in gravissime condizioni economiche, senza l’intervento di questa generosa persona la nostra amata figlia e sorella non avrebbe avuto alcun manifesto e alcun funerale», avevano detto mamma e papà della defunta. Ora finalmente qualcuno si è mosso grazie all’intervento dell’ex deputata che ha posto l’accento sull’importanza delle scelte di Alessia.