Mafia: maxiblitz nel feudo di Messina Denaro, 13 arresti

In manette Francesco Domingo, boss di Castellammare del Golfo, punto di riferimento per il superlatitante Messina Denaro. Indagato il sindaco di Castellammare del Golfo. L’operazione ha visto impegnati 200 militari dell’Arma.

Blitz Carabinieri Messina Denaro

Tredici gli arresti, un sindaco indagato, vecchi “ponti” tra Sicilia e Stati Uniti che riemergono. Questa mattina, nel territorio del boss latitante, Matteo Messina Denaro, è scattata l’operazione dei militari dell’arma. Il blitz ha portato a 13 arresti, tra cui Francesco Domingo di 64 anni, detto “Tempesta”. L’uomo è ritenuto dagli investigatori come “autorità di vertice tra le articolazioni mafiose trapanesi”. Riconosciuto perfino negli Stati Uniti, dalle “cellule” di cosa nostra lì insediate. Domingo ha alle spalle diverse condanne, anche per associazione mafiosa. Un personaggio di spicco nell’organizzazione criminale ed un punto di riferimento per Messina Denaro.

Il blitz “Cutrara”, il sindaco indagato

Secondo l’indagine della Dda di Palermo, coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Francesca Dessì, Domingo dopo ogni scarcerazione sarebbe tornato a guidare il mandamento mafioso di Castellammare del Golfo (Trapani). Del comune del trapanese è indagato il sindaco, Nicola Rizzo. Oltre a lui anche un ex consigliare comunale di Castellamare che aveva chiesto al boss aiuto per poter recuperare un mezzo agricolo sottratto. Ed un avvocato, ex consigliere Comunale di Trapani, che avrebbe concorso con Domingo e Francesco Virga nell’estorsione ad un imprenditore agricolo. Gli arrestati sono accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale. Tutti reati con l’aggravante del metodo mafioso. Eseguite inoltre decine di perquisizioni. Impegnati 200 carabinieri con il supporto di unità navali, aeree e reparti specializzati come lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, nonché unità cinofile per la ricerca di armi.

Domingo: un’autorità anche nella Grande Mela

Da tempo, le articolazioni mafiose trapanesi sono riuscite ad insediarsi nella città di New York. Secondo le dichiarazioni degli inquirenti, numerose le visite, intercettate dalle microspie, di esponenti mafiosi della famiglia italo americana Bonanno di New York. Questi aggiornavano il capo mafia castellammarese riguardo le dinamiche oltreoceano. Gli chiedevano anche l’autorizzazione per interloquire con altri esponenti del mandamento di Alcamo e veicolavano messaggi tra Domingo e gli affiliati in america. «Proprio con riferimento ai rapporti con Cosa Nostra statunitense Domingo incontrava, riservatamente nell’estate del 2018, anche il boss di Sciacca (Agrigento) Accursio Dimino, poi arrestato nel novembre dello scorso anno, e successivamente i suoi emissari», spiegano i carabinieri del Nucleo investigativo guidati dal tenente colonnello Antonio Merola. In ballo ci sarebbero stati affari legati alle scommesse e all’export di prodotti agricoli.

 

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