C’è aria di scissione nel Movimento 5 Stelle dopo che il fondatore Giuseppe Grillo ha sconfessato uno dei volti più noti del partito, Stefano Di Battista. Con il M5S in tempesta, trema anche la Maggioranza.
C’è clima di tempesta nel Movimento 5 Stelle. Le voci discordi di Alessando Di Battista, ex deputato pentastellato, e Giuseppe Grillo, fondatore del Movimento, riflettono una situazione alle soglie del collasso. Se infatti già molto numerose sono le correnti interne al Movimento, il pericolo scissione è decisamente dietro l’angolo. Irriso e sconfessato da Grillo, Di Battista potrebbe decidere di abbandonare il Movimento 5 Stelle e tentare fortuna altrove. Una soluzione di questo genere, oltre a minare un quarto interno al partito già piuttosto fragile, andrebbe ad incidere anche sul Governo Conte Bis. Vista la situazione, il Movimento 5 Stelle è a caccia di una soluzione che possa portare ad una tregua.
La proposta che per ora piace di più contempla la formazione di una “guida collegiale”. In questo nuovo organo sarebbero invitate diverse personalità di spicco del M5S: il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, la sindaca di Torino Chiara Appendino e forse anche l’ex leader Luigi Di Maio. Il compito di questo direttorio sui generis sarebbe quello di fare una sintesi delle varie posizioni interne al Movimento ed evitare così scissioni o attacchi di altri partiti. Un organo siffatto spodesterebbe il leader di partito Vito Crimi e renderebbe del tutto superflui quegli Stati Generali che si sarebbero già dovuti svolgere in primavera, poi rinviati causa Covid.
Nel frattempo però lo scontro tra Alessandro di Battista, detto Dibba, e il resto del M5S continua. “Alessandro ha paura di essere dimenticato, i suoi timori sono per sé, non per il Movimento. Tra l’altro sbaglia completamente strategia, perché attaccando il nostro lavoro di questi mesi ha ricompattato tutti intorno a Di Maio“. Questo il commento di un ministro pentastellato. Parole che potrebbero rispecchiare la realtà: Luigi Di Maio, ora ministro degli esteri, era stato il primo ad individuare il rischio dietro il nome di Di Battista. Le critiche di Grillo a Dibba potrebbero essere dunque un assist all’ex leader del Movimento.
Oltre al M5S, anche la Maggioranza comincia a tremare. Sì, perché alle sorti del Movimento sono strettamente legati anche i destini di Pd e di quell’ancora solo ipotizzato partito del Premier Giuseppe Conte. In realtà molte voci vogliono l’attuale Presidente del Consiglio più vicino a prendere le redini del M5S che a formare un suo personale fronte politico. “Converrebbe anche al Pd, che pure teme gli rubi voti – sostengono i suoi collaboratori – perché potrebbe essere il fattore che fa vincere la coalizione contro il centrodestra. Perfino a Italia Viva gioverebbe un Movimento guidato da Conte”. Anche su questo punto però non sono mancati commenti a sfavore, a partire da coloro che dovrebbero far parte della guida collegiale.
Ma il problema a cui deve far fronte adesso il Movimento è un altro: resistere alla spallata di Di Battista, che sta legando attorno a sé un discreto numero di pentastellati. Si tratterebbe della Sindaca di Roma Virginia Raggi, delle ex ministre Barbara Lezzi e Giulia Grillo, nonché un certo numero di attivisti. Anche Davide Casaleggio potrebbe strizzare l’occhio a Di Battista e dargli il suo appoggio. I due condividono la sensazione di stare in un partito che non li vuole, stufo delle innovazioni tecnologiche di Casaleggio e altrettanto annoiato dalle istanze pararivolozionarie di Dibba. Basterà questo per convincere i due a fare fronte comune e a dare il via alla decisiva scissione?
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