L’atleta Luce Douady, campionessa mondiale giovanile boulder, è precipitata per 150 metri durante un allenamento. L’incidente sulle rocce della falesia di Luisset, in Francia. Non ancora chiara la dinamica dell’incidente
Luce Douady è morta a 16 anni dopo essere stata uno dei più grandi talenti del climbing francese. Domenica 14 giugno l’appuntamento era sulle rocce della falesia di Luisset, tra i comuni di Crolles e Saint-Pancrasse nell’Isère. In parete, lei con altri sette amici lungo un percorso esposto e dotato solo in alcuni tratti di cavi di protezione, un allenamento delicato. Niente, tuttavia, di diverso dal solito per la campionessa mondiale giovanile boulder (l’arrampicata sui massi). Ma la domenica è finita in tragedia. Una ragazza che fin da piccolina aveva fatto del climbing la sua ragione di vita e che sapeva gestire i rischi.
All’improvviso, però, il dramma: il controllo perduto, una scivolata, un volo di 150 metri nel vuoto. La dinamica esatta dell’accaduto non è ancora chiara e le autorità francesi stanno indagando per capire le cause esatte della tragedia, sulle quali si indaga a fondo. Ma intanto Luce non c’è più. Fatale una domenica di allenamento inseguendo sogni e passioni.
L’arrampicata era tutto per Luce Douady. Lo dimostrano i post sul suo profilo Instagram. Solo uno parla d’altro – la chitarra – poi sempre climbing, la passione e il talento che ormai si erano trasformati in successi e prospettive. Un qualcosa che aveva permesso alla giovanissima atleta di attirare ammirazione generale. Nel 2019 era stata medaglia di bronzo agli Europei e quinta all’esordio in una tappa di Coppa del mondo. Ad Arco di Trento, poi, aveva vinto l’oro mondiale giovanile nella categoria boulder scrivendo quello che era stato il risultato più prestigioso. La grande promessa stava diventando una certezza, spezzata a soli sedici anni.
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Chi le stava vicino, l’ammirava. Oggi scrive disperato, affidandosi ai social. “Luce, quella ragazza, quella giovane donna piena di energia, passione e talento – si legge in un post della Chambéry Escalade, l’associazione in cui la ragazza si era formata —. Una bella persona che se n’è andata come aveva vissuto: mordendo la vita. Una passione forte, un addio amaro”. A novembre avrebbe compiuto 17 anni.
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