Leopoldo Wick, l’infermiere accusato di aver commesso 8 omicidi volontari e 4 tentati omicidi nella Rsa di Offida, è stato arrestato questa mattina dalle autorità. Sposato e padre di famiglia, non è ancora chiaro il movente che l’abbia spinto ad uccidere. Ecco però cosa sappiamo sul suo conto.
Secondo l’accusa, sarebbe proprio il 57enne Leopoldo Wick, operatore sanitario della Residenza assistenziale di Offida (Ascoli Piceno), ad aver iniettato un mix letale di medicinali a 8 pazienti della struttura. Un caso, la morte degli anziani, che non è quindi legato alle conseguenze attuali della pandemia di coronavirus.
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L’infermiere è stato infatti arrestato questa mattina con l’accusa di aver commesso 8 omicidi volontari premeditati e 4 tentati omicidi, a seguito di una lunga inchiesta coordinata dalla Procura di Ascoli Piceno e condotta dai carabinieri della Compagnia di San Benedetto del Tronto e della Stazione di Offida. Le autorità, che in un anno e mezzo hanno provveduto ad interrogare colleghi e acquisire cartelle cliniche degli ospiti della Rsa, hanno iniziato ad indagare sulla vicenda già nel settembre 2018, dopo una denuncia pervenuta da un’operatrice socio sanitaria che si era rivolta ai carabinieri per delle “anomalie“.
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E a destare i sospetti, infatti, era stato proprio quell’anomalo e “deciso picco di mortalità” verificatosi tra il 2017 e il 2018, lo stesso che ha dato inizio alle indagini “con acquisizione di documentazione medica, indagini tecniche e ascolto di numerose persone; sentite anche decine di persone tra familiari di pazienti e personale sanitario”.
Il profilo di Leopoldo Wick, infermiere accusato di omicidio
L’infermeriere finito oggi in manette e rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto, con l’accusa di omicidio e tentato omicidio, è originario di Grottammare, località dove vive con sua moglie e sua figlia di 12 anni. Secondo le parole di Tommaso Pietropaolo, avvocato di Wick, sarebbe un operatore sanitario che ha sempre avuto a cuore il suo lavoro e il suo mestiere, una professione che svolge da sempre con dedizione e competenza. Secondo quanto poi racconta ai giornalisti di Fanpage.it, poi, “il suo non appare come il profilo di una persona con gravi problemi mentali“.
Per questo, allora, lo stesso avvocato si sarebbe domdandato del perché di un provvedimento così “eccessivo”: l’ordinanza di custodia cautelare, che “comprende 220 pagine di accuse nei suoi confronti”, sarebbe infatti una mossa esagerata, per Pietropaolo, dato che “non sussiste alcun pericolo di fuga, visto che nell’ultimo anno e mezzo il mio assistito era a conoscenza delle indagini ed ha continuato a lavorare negli ambulatori dell’Asur di Ascoli Piceno collaborando con gli inquirenti“.
Dopo essere stato indagato a piede libero ed essere stato messo in ferie forzate per un breve periodo, Leopoldo Wick era stato infatti reintegrato per il servizio di operatore sanitario – anche se con mansioni diverse rispetto alle sue precedenti – e “destinato alla piastra ambulatoriale dell’ospedale Mazzoni di Ascoli”, non rimanendo più in “contatto con pazienti anziani” e “svolgendo servizi comunque limitati”.
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“Non vi è neppure il rischio di reiterazione del reato, ma soprattutto non emerge alcun movente. Per quale ragione Wick avrebbe dovuto uccidere volontariamente otto anziani?“, ha sottolineato ancora il legale difensore dell’indagato. Eppure, le accuse che pendono sulla testa dell’infiermiere sono molto pesanti: ritenuto responsabile della morte di 8 persone, così come anche del tentato omicidio di altri 4 ospiti dalla struttura, per i reati che gli vengono contestati la pena prevista è l’ergastolo. E per la Procura pare sia proprio lui, “l’angelo della morte” che si è preso la vita degli 8 anziani della Rsa d’eccellenza di Offida, comunità rimasta gravemente sconvolta dalla terribile vicenda.