Batterio killer attacca i neonati: morti inspiegabili e danni ai neuroni. Il batterio sospettato di causare le morti sarebbe il Citrobacter
Un terribile batterio killer ha causato la morte di tre neonati e provocatp danni neurologici seri ad altri 12. Il batterio sospettato di provocare le suddette morti e danni sarebbe il Citrobacter, diffusosi nella Terapia Intensiva neonatale e pediatrica dell’ospedale di Borgo Trento a Verona. Si tratta di un’insidia che si sta cercando di debellare con la chiusura dei due reparti. Reparti che saranno trasferiti, a detta de Il Fatto Quotidiano, nella parte centrale della cittadella sanitaria. Così si potranno sanificare gli ambienti. Chiuso anche il punto nascite con i parti che verranno effettuati negli ospedali a Negrar, Villafranca Veronese e San Bonifacio.
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Il direttore dell’Azienda Ospedaliera Integrata Francesco Cobello racconta di aver fatto di tutto in questi mesi per debellare il batterio ma di non essere ancora riusciti. A quanto pare il batterio avrebbe attaccato 12 bambini (oltre ai 3 morti). Per questa ragione, la scelta di trasferore i piccoli già ricoverati nel blocco centrale. “Così, a stanze vuote“, spiega, “bonifico a fondo gli ambienti in cui il batterio s’è insidiato. È l’ultimo, estremo atto di una serie di interventi di disinfestazione massiccia che fino a qui non ci hanno purtroppo liberato da questa bestia: finchè non sono certo che l’avremo eliminata, io tengo tutto chiuso, mando le donne a partorire altrove e non ricovero più nessuno“.
La prima morte causata dal batterio è quella della piccola Nina, nata nell’aprile 2019 a Verona e trasferita poi a Genova dove ha ricevuto le ultime cure palliative prima di morire. Secondo la perizia sul suo corpo il batterio individuato sarebbe proprio il Citrobacter. Una madre ha raccontato a L’Arena che sua figlia ora “ha il 70% del cervello bruciato” a causa del batterio e “ora ha un grave handicap neurologico. È stata tra la vita e la morte più volte durante i lunghi mesi di ricovero in Terapia intensiva neonatale a Borgo Trento, ma ha tenuto duro ed è rimasta qui. È disabile, con un idrocefalo destinato a peggiorare, dolori e crisi epilettiche, bisognosa di riabilitazione, farmaci, assistenza totale”. La donna attacca l’ospedale, dicendo che “in ospedale sapevano, quando sono andata a partorirla, che c’era questo Citrobacter e che tutti i piccoli erano a rischio. Eppure nessuno mi ha detto niente“.
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Ma come fa il batterio killer ad attaccare i bambini? Per scoprirlo, è arrivata una commissione esterna. Cobello spiega che bisogna comprendere cosa sia accaduto. “Ci sono due forme di contaminazione“, dice, “verticale, ossia da madre a figlio, e orizzontale, cioè da persona a persona. Stiamo lavorando per capire quale delle due sia intercorsa e se il ceppo che ha colpito i nostri pazienti sia lo stesso. Il campanello d’allarme che mi ha portato a spostare le due Terapie intensive e a chiudere il punto nascite è stata la contemporaneità dei casi“, chiosa.