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Spettacolo

Antonio Flamini, SILB Roma: “nessuna considerazione dal governo, noi più sicuri della movida selvaggia”

Antonio Flamini vice presidente nazionale e presidente della sezione di Roma di SILB, l’associazione che riunisce i locali da ballo e notturni, ha rilasciato a meteoweek una video intervista esclusiva a poche ore dal DPCM che prolunga la chiusura delle discoteche fino al prossimo 15 luglio dopo che erano arrivate rassicurazioni su una riapertura lunedì prossimo.

Il dibattito sulla riapertura delle discoteche e dei locali da ballo notturni è più caldo che mai dopo che nel DPCM firmato da Giuseppe Conte si prevede un’ulteriore chiusura fino al prossimo 15 luglio. La notizia ha mandato in fibrillazione il “mondo della notte”, che nelle ore precedenti prima con il presidio davanti a Montecitorio organizzato dalla SILB, l’Associazione Italiana delle Imprese di Intrattenimento da Ballo e Spettacolo, e poi con la conferenza delle regioni che aveva dato rassicurazioni.

Noi di meteoweek abbiamo incontrato per una video intervista esclusiva Antonio Flamini, che è il presidente di SILB Roma e vice presidente nazionale che aveva partecipato proprio giovedì alla conferenza presso la Regione Lazio dove la riapertura dei locali notturni da ballo è stato uno dei temi centrali del dibattito. In calce all’articolo potete vedere il filmato dell’intervista.

Antonio Flamini, quanto sei deluso dal nuovo DPCM che di fatto chiude il mondo della notte fino a metà luglio?

“Diciamo che noi avevamo fatto un po’ la bocca sulla riapertura del 15 giugno, cioè lunedì prossimo. Era stata anche annunciata sulla stampa. Diciamo però che ci sono una serie di ordinanze a livello regionale che dovrebbero anticipare le riaperture: stiamo parlando di Toscana, Puglia, Emilia Romagna. Qualcuno già la prossima settimana potrà riaprire, magari nei locali dove non si balla ma si può fare intrattenimento notturno. Questo potrebbe risolvere una situazione abbastanza critica per le nostre attività. Questo è stato possibile grazie all’intervento della Conferenza delle Regioni e al coordinamento regionale nazionale”.

Voi siete stati tra i primissimi a chiudere, anche prima del lockdown generale, per senso di responsabilità. Vi aspettavate maggiore rispetto dalle istituzioni?

“Noi abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità chiudendo a fine febbraio e mantenendo fino ad ora questa posizione. Noi ci aspettavamo maggiore considerazione dal Governo che non ha speso né un euro né una parola. Questo purtroppo ci è dispiaciuto molto, ci aspettavamo degli aiuti concreti per sostenere le nostre imprese economicamente e non è stato così fino a questo momento. Speriamo di poter ripartire il prima possibile per salvare almeno la stagione estiva e programmare quella invernale”.

Quali sono le proposte che avevate presentato al Governo e che sono state ignorate?

“Avevamo fatto due tipi di proposte: innanzitutto una parte riguardava gli aiuti economici con finanziamenti a fondo perduto per limitare i costi fissi, poi alcuni interventi come l’abbassamento dell’aliquota IVA dal 22% al 10% come tutti gli altri settori dello spettacolo. Abbiamo anche chiesto l’abolizione dell’ISI (Imposta sullo Spettacolo) che rappresenta una doppia imposizione sullo stesso volume d’affari dell’IVA e contrasta con le normative europee”.

Se avessi potuto scegliere tra aiuti a fondo perduto o nulla osta per la riapertura cosa avresti fatto?

“Non c’è scelta, servono entrambi. L’aiuto a fondo perduto serve a recuperare le perdite del periodo di chiusura e i costi fissi che hanno fatto chiudere anticipatamente la stagione. Poi serve la riapertura per cercare di recuperare una parte del reddito. Non dobbiamo poi dimenticare i sussidi ai lavoratori del settore che sono stati nulli, molti di loro non hanno diritto alla Cassa Integrazione neppure in deroga. Il problema è sia per gli imprenditori che per gli altri lavoratori”.

Per chi non lo conoscesse così bene quanto pesa in Italia a livello del PIL il settore e che volume d’affari muove sia a livello di fatturato che di lavoratori?

“Parliamo di un volume d’affari da 4 miliardi di euro e 100 mila occupati. Se poi facciamo riferimento all’indotto i numeri crescono ancora di più. È uno dei settori fondamentali per quanto riguarda il turismo, il fuori casa, la diffusione della cultura giovanile quindi non deve essere trascurato. Ci sono anche tanti adulti che amano il ballo, non solo i giovani”.

Cosa risponde a chi magari indica i locali notturni come indice di assembramento?

“I fenomeni che si sono visti negli ultimi giorni di movida selvaggia confusa e incontrollata certifica come i locali notturni rappresenterebbero un’antidoto. In strada non ci sono i controlli che invece possono esserci nei locali, che prevedono una capienza massima e una serie di protocolli presentati per controllare il contagio da rispettare. Nei locali possiamo limitare il contagio, nelle piazza questo non è possibile. Riaprire i locali è un’opportunità”.

Lei è anche un’organizzatore di festival cinematografici importanti – Nordic, Terre di Siena, RomaAfrica – a livello internazionale che valorizzano il territorio, crede che ci sarà la possibilità di realizzarli rispettando le regole o rischiamo una stagione a vuoto?

“Alcuni festival del mese di luglio sono stati annullati e spostati, non tanto per il distanziamento ma perché si reggono molto su sponsorizzazioni private che inevitabilmente stanno mancando. Un aspetto positivo è la conferma del Festival di Venezia che rappresenterà uno spartiacque per poi tornare gradualmente alla normalità”.

Lei si ospita a Venezia dell’ hospitality per le star, ma come si potrà svolgere probabilmente senza star internazionali?

“Lo dicono tutti, ma è preso. Da qui a settembre bisognerà vedere come si svilupperà l’epidemia, però sicuramente sarà un Festival di Venezia in tono minore. Sarà dato più spazio probabilmente al cinema italiano e non ci saranno le attività più glamour”.

Il DPCM ha allenato le maglie sulle misure di sicurezza nelle sale, è una vittoria che la rende felice da uomo di cinema? Perché al mondo della notte non viene riservato lo stesso trattamento?

“Quando un settore ottiene qualcosa siamo tutti rallegrati, queste sono misure di buonsenso e velocizzano il ritorno verso la normalità. L’intrattenimento notturno sta ancora aspettando di riaprire, avremo sicuramente dei cambiamenti e dobbiamo aspettare come andrà questo maledetto virus che continuerà a condizionare la nostra vita forse per molto tempo”.

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