A lamentarsi con la sindaca Virginia Raggi, i residenti del Centro, coloro che sborsano anche 2mila euro all’anno.
Ad alzare la voce per primi sono stati i commercianti in Campidoglio, chiedendo di tenere aperti i varchi per tutto l’anno e non solo fino al 31 di agosto. Adesso, a lamentarsi con la sindaca Virginia Raggi, i residenti del Centro e tutti quelli che per lavoro si sono trovati a sborsare anche 2mila euro all’anno. Questi, non soltanto vogliono che la zona a traffico limitato venga riattivata, ma rivorrebbero indietro i soldi che hanno già pagato per il servizio. Considerato che per sei mesi, (da marzo ad agosto) il Comune ha reso accessibili a tutti queste zone. Sono pronti a rivolgersi alla magistratura, molto probabilmente con il Codacons e altre associazioni di consumatori pronti a sposare questa causa.
Una pioggia di ricorsi sul Comune
Sono 80mila i residenti che sborsano tra i 200 e i 300 euro all’anno per il permesso della Ztl, ai quali vanno aggiunti altri 22mila utenti (artigiani, professionisti, imprese) che invece per lavoro e per lo stesso servizio spendono in base alla cilindrata in media 2mila euro all’anno. Rischiano di piovere dunque migliaia di ricorsi sul Comune, e se questi saranno accolti, i giudici potrebbero spingere l’amministrazione a dover risarcire oltre 20 milioni di euro.
I comitati del Centro coinvolti: 7 su 13
Sono sette su tredici i comitati del Centro che hanno già pronta una causa collettiva per ottenere il risarcimento. Gli stessi che si sono già rivolti al Tar per bloccare la recente delibera comunale che permette a bar e ristoranti di avere più tavolini sul suolo pubblico. Secondo quanto dichiarato dal presidente del Codacons, Carlo Rienzi: «I cittadini che hanno pagato i permessi per le Ztl senza poter usufruire del servizio (la circolazione ma anche la possibilità di parcheggiare) durante il lockdown, hanno chiaramente diritto al rimborso di quanto speso, anche attraverso un allungamento della validità dei tagliandi. Per questo il Codacons invierà una istanza alla sindaca Raggi, affinché disponga indennizzi, anche tramite un prolungamento. Altrimenti ci faremo promotori di un’azione collettiva».
La beffa della sosta
I Comitati e le associazioni dei consumatori sarebbero poco predisposti a fare ricorso al Tar, dati i costi del contributo unificato. L’alternativa è la class action oppure l’intervento del giudice di pace. Flaminia Borghese di «piazza Navona e dintorni» spiega: «Al danno del maggior traffico anche la beffa di perdere quanto abbiamo già pagato e di non trovare più parcheggio. E la situazione rischia soltanto di peggiorare quando inizieranno a montare i tavolini sulle strisce blu». Dello stesso avviso Dina Nascetti di «Vivere Trastevere»: «È già una vergogna che dobbiamo pagare per circolare e parcheggiare dove siamo residenti, ma in questo momento di crisi, non possiamo perdere i soldi pagati».
Dal Comune, ci tengono a precisare che, a differenza di quanto previsto per i titolari dell’abbonamento Tpl l’ultimo Dpcm non prevede rimborsi. Non sono dunque previsti paracaduti giuridici che coprano gli amministratori dal rischio di danno erariale in caso di risarcimento. Gli uffici stanno così valutando la possibilità di allungare per sei mesi i permessi Ztl già pagati, ed evitare di finire in tribunale.