A partire dal 1 gennaio 2021 ci saranno delle modifiche sul sistema pensionistico. Previsti mini- tagli e termine della riforma “quota 100”
Previsti i tagli alle pensioni dal 2021 con una quota contributiva che oscillerà tra lo 0,3% e lo 0,7%. E’uscito da poco il decreto che rivede il sistema pensionistico dal primo gennaio 2021. Ci saranno variazioni sugli importi: a 65 anni si passa ad un coefficiente di 5,22% con un calo del 48%. A 71 la variazione percentuale rispetto al 2019 e pari a -0,72%. Coloro che lasceranno il mondo del lavoro il prossimo anno avranno una quota della pensione leggermente più bassa rispetto a coloro che si sono ritirati quest’anno.
A meno di un anno e mezzo termina la sperimentazione della quota 100. I danni provocati dall’emergenza coronavirus si faranno sentire anche sulle pensioni e di conseguenza anche su quota 100 già in dubbio prima della pandemia. Quali saranno le riforme? Voci parlano di una possibile pensione anticipata basata solo sui contributi versati e questo comporterebbe un danno non da poco per coloro che hanno lavorato in modo discontinuo.
Non si è parlato invece di aumento dell’età pensionabile. Tra le ipotesi, il segretario federale della UIL Domenico Proietti ha proposto la flessibilità intorno ai 62 anni. Inoltre, l’idea è quella di estendere il beneficio della quattordicesima alle pensioni fino a 1500 euro mensili.
In merito alla quota 100 Matteo Salvini dichiara di aver creduto molto in questo progetto anticipato già dal governo Lega-M5S. “Grazie a quota 100 sono già 300 mila gli italiani che hanno fruito della possibilità di andare in libertà e centinaia di migliaia di giovani hanno iniziato a lavorare”.
Ma cosa ci sarà al termine del pensionamento anticipato? Tra le varie ipotesi del post quota 100 potrebbe esserci l’introduzione della “pensione anticipata totalmente contributiva” e, secondo trend-online.com, vi è anche l’ipotesi di innalzare l’età pensionabile. La seconda proposta non mette però d’accordo le parti sociali, perché sarebbe troppo penalizzante per i lavoratori. Si è proposto anche un sistema pensionistico che si appoggi sui fondi pensioni.
Secondo indagini Istat nel report “La protezione sociale in Italia e in Europa”, la componente più onerosa sulle prestazioni previdenziali è la pensione. La riduzione della quota per pensioni è controbilanciata da una crescita delle liquidazioni per fine rapporto di lavoro e dell’indennità di disoccupazione. Al contrario, è diminuita la cassa integrazione. Dato di aumento destinato a crescere a seguito dei decreti emanati in periodo di emergenza.
Secondo l’Osservatorio flussi di pensionamento dell’Inps, ha frenato il numero delle pensioni anticipate ritornando a livelli più bassi rispetto alle pensioni di vecchiaia. Si è dimezzato inoltre il rapporto tra le pensioni di invalidità e quelle di vecchiaia del primo trimestre 2020 rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda la percentuale di pensioni femminili e pensioni maschili, le prime superano di 5 punti le seconde. Il Segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga dichiara “Sono interessanti i dati sul fatto che il primo trimestre 2020 hanno ottenuto la pensione anticipata 11.130 donne e 23.557 uomini mentre nello stesso periodo per le pensioni di vecchiaia la percentuale è del 50%, a conferma di quanto sia difficile per le donne accedere alla pensione anticipata per la quale sono richiesti più contributi”.
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