La senatrice del Partito Democratico parla di un provvedimento per difendere la categoria Lgbt. “Ci sono ancora troppi episodi di discriminazione e violenza ai loro danni”, dichiara Monica Cirinnà.
Monica Cirinnà prosegue senza sosta la propria battaglia dalla parte delle persone Lgbt. La senatrice del Partito Democratico è tornata a parlare della stesura di una legge contro l’omofobia, che a suo dire sarebbe diventata ormai necessaria. La Cirinnà ha espresso nuovamente il suo intento, nel corso di un’intervista rilasciata per Repubblica. “Nella battaglia per i diritti il centrosinistra riparta proprio dalla legge contro l’omotransfobia – dichiara Monica Cirinnà. Ai vescovi ricordo che violenza e discriminazione non sono opinioni, ma azioni che possono arrivare a crimini d’odio. Il bavaglio qui non c’entra”.
La senatrice sostiene che questa legge è ormai attesa da più di vent’anni, in quanto “dà risposta a un’urgenza sempre più avvertita nel Paese”. Monica Cirinnà rivela che non è poi così difficile, ormai, venire a sapere che in Italia sono ancora troppi “gli episodi di discriminazione e violenza ai danni delle persone Lgbt e delle donne colpite da misoginia”. Tanto da arrivare a dire, nonostante quanto è stato fatto in questi anni, dalle istituzioni e con le campagne di sensibilizzazione, “c’è molto lavoro da fare per consolidare in Italia una cultura del rispetto e della pari dignità”.
“Per questo – prosegue Monica Cirinnà – , è necessaria una buona legge, che non si limiti a ricorrere allo strumento penale, ma metta in campo politiche e risorse, per garantire supporto e sostegno alle vittime, ma anche azioni di prevenzione”. La senatrice dem ha dunque parlato della bozza di testo unificato che sta circolando in questi giorni, e che secondo lei “va approvata in fretta”. Ma le battaglie della Cirinnà non si limitano a questa legge, e le elenca lei stessa: “La legge contro l’omotransfobia (che contiene anche la lotta alla misoginia), dalla legge sulla dignità alla fine della vita, dal superamento dei decreti Salvini e dallo ius soli”.
Monica Cirinnà ha risposto anche ai vescovi, i quali hanno parlato di legge-bavaglio che porterà a una deriva liberticida. La senatrice dem risponde così: “Una cosa è la libertà di espressione, il pilastro della nostra convivenza democratica, che nessuno sta mettendo in discussione. Però non possiamo fare finta di non sapere che questa libertà non si può spingere fino alla libertà di discriminare, di essere violenti, di offendere la dignità altrui”. Secondo la Cirinnà, è stato anche questo il motivo per cui la legge si è arenata durante la scorsa legislatura: “C’è stato un compromesso al ribasso che non ha soddisfatto nessuno fino all’insabbiamento della legge. Ora la politica decida”.
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“Non amo entrare nelle vicende interne della Chiesa – prosegue sul tema la Cirinnà – , ma posso dire che la posizione della Cei mi ha stupito, se penso ad esempio ad alcune aperture del Papa”. In chiusura, la senatrice è tornata a parlare anche della stepchild adotion in una coppia omosessuale. Un altro passaggio sul quale la Cirinnà è molto dura e insistente: “Non voglio più sentire parlare di scontro ideologico sulla stepchild adoption, ma di dare a tutti i bambini gli stessi diritti e tutele. Questo si ottiene con il riconoscimento della genitorialità alla nascita”.