Minori strappati alla ‘ndrangheta, il provvedimento del tribunale

Nell’ambito del progetto “Liberi di Scegliere”, due minori sono stati allontanati da famiglie contigue alla ‘ndrangheta. Il provvedimento del tribunale ha permesso l’affidamento ai servizi sociali

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foto di repertorio

Due minorenni di San Luca, di 12 e 15 anni, sono stati allontanati dalle famiglie contigue alla ‘ndrangheta per sottrarli ad un “concreto pericolo di devianza”, nell’ambito del progetto “Liberi di scegliere”. E’quanto stabilito dal Tribunale con un provvedimento. I carabinieri di S.Luca, indagando sul danneggiamento di un palo della luce sono risaliti ai minori come gli autori ed hanno informato la Procura dei minorenni di Reggio Calabria. Una misura resa necessaria alla luce del contesto delle famiglie, con genitori e parenti con pendenze penali e di polizia anche gravi, dal sequestro di persona a scopo di estorsione, all’associazione mafiosa, all’associazione finalizzata al narcotraffico.

Il Tribunale, ritenendo il futuro dei minori potenzialmente a rischio e quindi soggetto a delle influenze della famiglia, ha emesso un provvedimento che, limitando la responsabilità genitoriale, affida i minori ai servizi sociali. Inoltre ha nominato un curatore speciale, avviandoli ad un programma con il supporto del servizio sanitario e strutture ed enti. Tra questi figura Libera, con compiti di assistenza, anche psicologica.

I carabinieri operano ancora all’interno del protocollo ‘Liberi di scegliere’

Si tratta di un risultato concreto del progetto “Liberi di Scegliere”, il cui accordo quadro fu siglato nel luglio 2017 dal Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Interno, la Regione Calabria, Uffici Giudiziari minorili calabresi. Fu rinnovato nel novembre 2019 con l’intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Pari Opportunità, del MIUR, della CEI, della Direzione Nazionale Antimafia e della rete di associazioni “Libera“.

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Non è la prima volta che i Carabinieri operano nel solco del protocollo “Liberi di scegliere”. L’Arma reggina si è mossa in più occasioni a tutela dei minori, collaborando con il Tribunale di Reggio Calabria e con le associazioni di settore per favorirne e incentivarne il recupero. L’azione di contrasto alla criminalità organizzata, da parte dell’Arma dei Carabinieri, continua senza sosta e senza quartiere. E in tutta la Calabria – in particolar modo nei piccoli centri dell’Aspromonte, in cui sono note le forti ingerenze della ‘ndrangheta. “Il contrasto – come sottolineato dal provvedimento – passa anche dalla capacità di costruire, insieme a tutte le pubbliche istituzioni, concrete alternative di vita per i più giovani. Ciò nella speranza di un futuro migliore e libero dalle mafie”.

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