Il premier e i ministri sentiti come persone informate sui fatti dal pm Rota. I magistrati indagano sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro nel Bergamasco. Un fatto quest’ultimo che innescò numerose polemiche
La pm di Bergamo Maria Cristina Rota ha raccolto oggi a Palazzo Chigi a Roma – dopo tre ore di audizione – la deposizione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, come persona informata sui fatti nell’inchiesta sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro nel Bergamasco. Una vicenda su cui la magistratura ha posto le attenzioni per capire se istituirla spettava al governo o alla Regione o a entrambi.
Di conseguenza, se ci siano o meno responsabilità penali e se il non aver isolato i due Comuni, dove già dalla fine di febbraio i contagi erano cresciuti i maniera esponenziale, sia stata una delle cause che ha portato all’alto numero di morti in Val Seriana e nelle sue Rsa. Un altro tema, quest’ultimo, che fa parte dell’indagine assieme a quello del caso dell’ospedale di Alzano. Dopo il premier e le tre ore di audizione, i magistrati hanno ascoltato anche i ministri della Salute Roberto Speranza e dell’Interno Luciana Lamorgese, sempre a Palazzo Chigi. Anche il questo caso, la volontà della pm Rota era quella di ricostruire la vicenda nei dettagli.
Conte: “Lombardia poteva agire autonomamente”
Nel corso dell’audizione, Conte ha ribadito, come ha sempre affermato, che Regione Lombardia poteva intervenire. Con il governatore Fontana e la sua giunta da mesi c’è un rimpallo di responsabilità. “Aveva gli strumenti tecnici per agire in autonomia come hanno fatto altre Regioni”, ha spiegato il premier al pm Rota.
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Ma Salvini controbatte. “La Regione Lombardia sulle zone rosse non ha alcuna responsabilità. Uso le parole del pm che ha detto che il controllo spettava al governo. A casa mia per presidiare una zona devi mandare i militari e l’Esecito che dipendono dal governo, quindi, non posso essere accusato di utilizzare i magistrati perché di solito accade il contrario. Però sto al pm di Bergamo”.
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Concluse le audizioni romane i pm bergamaschi, che sulla vicenda hanno già sentito tra gli altri il presidente della Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, dovrebbero cominciare a stabilire se si sia trattato di atti da incasellare in scelte politiche o se ci siano o meno responsabilità penali. In base agli elementi raccolti, si capirà quale sia l’ipotesi di reato di certo non facile da formulare. E, soprattutto, a chi trasmettere la responsabilità.