Twitter ha fatto sapere di aver rimosso più di 32mila account legati alla Cina, alla Russia e alla Turchia perché usati per fare propaganda e diffondere disinformazione.
Secondo quanto ha fatto sapere direttamente il colosso americano, dalla piattaforma social di Twitter sono stati eliminati ben 32.000 account fake collegati ai governi e usati da Cina, Russia e Turchia per fare propaganda e seminare disinformazione in pieno periodo di pandemia.
Dati i numeri forniti dalla società, la rete più grande di account fasulli e fake news tra quelle smantellate tra ieri e oggi pare essere proprio quella cinese. Composta infatti da un nucleo di 23.750 account, i contenuti di disinformazione venivano amplificati sul social da altri 150mila profili fittizi e creati ad hoc.
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Dopo forse la grande strigliata arrivata direttamente dai vertici Ue, Twitter ha sospeso definitivamente oltre 32.000 account falsi collegati agli Stati e usati da Cina, Russia e Turchia “varie violazioni” delle politiche della piattaforma, legate alla propaganda e alla diffusione di fake news e disinformazione. A rendere nota tale operazione è stata la stessa compagnia che nella giornata di ieri ha pubblicato un post a riguardo proprio sul suo blog.
“Oggi stiamo segnalando 32.242 account al nostro archivio sulle operazioni di informazioni di Stato – l’unico nel suo genere nel settore. I set di account che inseriamo oggi nell’archivio includono tre distinte operazioni che abbiamo attribuito rispettivamente alla Repubblica popolare cinese (RPC), alla Russia e alla Turchia”, riporta dunque l’articolo sul blog.
Twitter ha infatti scoperto che oltre 23.000 account collegati alla Repubblica popolare cinese stavano “diffondendo informazioni geopolitiche favorevoli al Partito comunista cinese (PCC), continuando a spingere su informazioni ingannevoli in merito alle dinamiche politiche di Hong Kong”. La società ha anche trovato 150.000 “account amplificatori” che sono stati utilizzati per diffondere ulteriormente i messaggi della Cina.
La società ha poi trovato più di 1.100 account legati al sito web russo Current Policy, noto per essere impegnato nella “propaganda politica sostenuta dallo Stato”. Gli account venivano anche usati per “amplificare” i contenuti lanciati sui media a sostegno della propaganda politica, compresa la promozione di Russia Unita (il partito del presidente Vladimir Putin) e l’attacco ai dissidenti politici. Altri 7.300 e passa account falsi, invece, pare siano stati utilizzati per promuovere e diffondere campagne e informazioni favorevoli al presidente turco Tayyip Erdogan e al suo partito, l’Akp.
In futuro, la società ha dichiarato che offrirà maggiore chiarezza in merito all’archivio pubblico, e che creerà delle collaborazioni con ambienti accademici così da poter garantire “una comprensione pubblica e diversificata a livello globale dedicata a queste problematiche”.
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Proprio a riguardo, Twitter ha anche reso noto che entro questa estate ospiterà una conferenza online esperti del settore e funzionari governativi con lo scopo di discutere per ulteriori opportunità di collaborazione. “In definitiva, il nostro obiettivo è quello di servire la comunicazione pubblica, rimuovere chi la sfrutta in malafede e far progredire la comprensione pubblica sugli argomenti critici”, ha affermato la società.
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