In manette anche uno dei responsabili dell’attentato alla Stazione dei carabinieri di Roma San Giovanni. Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico.
Operazione anti terrorismo condotta dai carabinieri del Ros, che sono scesi in campo in queste ore a Roma. Nel mirino è finita una cellula eversiva anarco-insurrezionalista. La sua base era un centro sociale della Capitale e aveva l’obiettivo di riorganizzare il movimento anarchico. L’intervento delle forze dell’ordine ha consentito di scoprire questo nucleo, composto da sette persone che sono finite tutte in manette. Tra i capi di accusa nei loro confronti, associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi e altri reati.
Tra le sette persone arrestate ci sarebbe una donna, ma anche uno dei responsabili di un recente atto di terrorismo. Parliamo dell’attentato esplosivo alla stazione dei carabinieri di Roma San Giovanni, avvenuto tre anni fa e rivendicato dalla Federazione Anarchica Informale. Si tratta, in base a quanto è emerso dalle indagini che hanno portato agli arresti, di un nuovo gruppo d’azione già formato. Tanto da aver portato anche a compimento un programma eversivo cristallizato in un documento, il cui titolo era “Dire e sedire”. Si tratta di un documento clandestino che era indirizzato solo agli altri componenti del gruppo dedito al terrorismo.
Si parlava, in questo documento, di portare avanti una conflittualità “viva e accesa”, senza limiti. Come detto, l’obiettivo del gruppo era la riorganizzazione del movimento anarchico andando al di là di ogni barriera data dal localismo. L’intento era quello di avviare una nuova fase dell’insurrezionalismo, in modo da avvicinare tutti i gruppi dediti al terrorismo e colpire l’organizzazione democratica e organizzata secondo costituzione dello Stato italiano. Alla fine dei conti, però, l’intervento dei carabinieri dei Ros ha sedato sul nascere questa nuova iniziativa di stampo anarchico-terrorista.
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Il progetto che è stato scoperto dalle forze dell’ordine voleva andare oltre l’opera in territorio capitolino. I sette soggetti arrestati, infatti, volevano sostenere gli imputati nel processo denominato “Panico”. Si tratta del procedimento conclusosi a Firenze quasi un anno fa, con condanne piuttosto pesanti nei confronti degli accusati. Tra i capi di accusa ci sarebbe la partecipazione attiva all’attentato alla libreria “Il Bargello” di Firenze del gennaio 2017. A questa organizzazione finita sotto processo tre anni fa si era aggregato anche l’allora detenuto Pierloreto Falanca, oggi ai domiciliari.
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