Il parto è stato eseguito ieri dopo sette mesi e mezzo di gravidanza. La donna originaria del Bangladesh versa in condizioni gravissime. La neonata sta bene.
Il parto, alla fine, è stato eseguito perchè necessario. E ora tutte le preghiere e le speranze vanno rivolte non più su una sola persona, ma ormai su due. La notizia arriva dall’ospedale “Cervello” di Palermo, dove la donna originaria del Bangladesh, ricoverata in gravidanza e in gravi condizioni dopo essere risultata positiva al Covid-19, è stata fatta partorire. Come detto, il parto non poteva più essere rimandato a causa del peggioramento delle condizioni della donna. Nelle ore precedenti all’intervento dei medici, infatti, la partoriente aveva avuto una grave insufficienza respiratoria ed è stata nuovamente intubata.
Nel frattempo, gli specialisti dell’ospedale palermitano hanno avuto il via libera a procedere con il parto, che si è svolto senza grossi intoppi. La neonata è nata ovviamente prematuramente, dopo appena sette mesi e mezzo dall’inizio della gravidanza. Il suo peso al momento dell’estrazione dal corpo della madre si aggirava intorno al chilogrammo e mezzo. Attualmente la bimba si trova nella sua incubatrice, mentre la donna che non ha potuto assistere alla sua nascita è ancora in terapia intensiva. La nuova crisi che ha avuto e che ha reso necessario il parto, ne sta mettendo a repentaglio la vita.
Come ha fatto sapere il primario del reparto di terapia intensiva, Baldo Renda. “il parto è andato bene e la bimba è stata affidata alle cure dei neonatologi”. Quanto alla madre, il medico dell’ospedale Cervello di Palermo ha fatto sapere che è tornata in coma farmacologico. La donna di 34 anni, originaria del Bangladesh ma residente da anni nel capoluogo siciliano, è ricoverata in Terapia intensiva e Rianimazione. Ovviamente, per consentire le operazioni di parto della sua bambina nella maniera più fluida possibile, è stato necessario l’intervento dei medici di Ostetricia.
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La donna originaria del Bangladesh era tornata a Palermo quasi un mese fa, per l’esattezza il 15 maggio. Si voleva godere un ultimo viaggio a Londra, prima che scoppiasse l’epidemia di Covid-19 e si registrasse il lockdown in tutto il mondo, Regno Unito compreso. Ha sentito il bisogno di tornare a casa non appena le è stato permesso. Ma già dai primi giorni dal suo ritorno a Palermo, mentre stava rispettando l’isolamento di due settimane, i primi sintomi e la necessità del ricovero in ospedale. Per il momento non è bastata neanche la somministrazione di due sacche di plasma arrivate da Pavia. Nel frattempo il frutto del suo amore ha visto la luce.
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