Appare la lettera dei due cugini rom evasi dal carcere di Rebibbia la scorsa settimana: “Torniamo tra due settimane”, avrebbero scritto agli agenti. Il motivo della fuga è da ricondursi a “problemi famigliari”.
È stato una settimana fa, che dal carcere romano di Rebibbia due rom erano riusciti a evadere e a far perdere completamente le loro tracce. Si tratta di Davad Zukanovic (40 anni) e Lil Ahmetovic (46 anni), due cugini ancora latitanti che nella notte tra il 2 e il 3 giugno si erano calati dalla propria cella ed erano riusciti a scavalcare il muro di cinta della struttura penitenziaria. Ciò che si apprende oggi, però, è che gli evasi, prima di mettere a segno un colpo da film, si erano prodigati di lasciare un biglietto scritto (e firmato a quattro mani) agli agenti: “Torniamo tra due settimane”, recita la missiva.
LEGGI ANCHE: Investe 400 mila euro in trading online: truffato e minacciato, 2 denunce
LEGGI ANCHE: Fili di ferro tesi tra due alberi per far cadere motociclisti e biker
Scappano da Rebibbia per salvare i figli, ma promettono di tornare
Una lettera a spiegare il motivo della propria fuga, quella lasciata nella loro cella poco prima di evadere. Un foglio di carta in cui promettono di fare ritorno quanto prima, tra circa un paio di settimane. Questo è quanto i due cugini rom, Davad Zukanovic e Lil Ahmetovic, hanno indirizzato ai vertici dell’istituto penitenziario. Perché a scatenare l’evasione è stata, a detta dei latitanti, una grave problematica famigliare.
Come viene riportato da Repubblica, infatti, all’interno della missiva verrebbe spiegato che entrambi i rom sarebbero scappati di galera per andare a soccorrere i loro figli, finiti in un giro di droga troppo grande per loro. Per aiutarli ad uscire dal traffico, allora, i padri – dato che entrambe le mogli sono detetenute – hanno pensato “bene” di darsi alla fuga per risolvere il problema quanto prima. Promettendo, una volta arrivati alla resa dei conti, di fare ritorno spontaneamente in carcere, costituirsi volontariamente all’autorità giudiziaria.
Beccandosi, con buona probabilità, altri 5 anni di carcere. I due, infatti, erano finiti dietro le sbarre per truffa e ricettazione, reati per i quali sono stati chiamati a scontare la reclusione fino al 2029. Dopo l’evasione dal carcere di Rebibbia, però, la durata della pena potrebbe aumentare – tanto da convincerli, magari, a non ripresentarsi più, davanti agli occhi poco vigili degli agenti.
LEGGI ALTRE NOTIZIE DI CRONACA: CLICCA QUI
Sebbene sull’autenticità del biglietto non sorgano dubbi alcuni (del resto, è stato ritrovato proprio all’interno della cella dei due), tante sono le perplessità che nascono alla lettura di quell’inaspettato messaggio: che sia una mera beffa nei confronti delle autorità, oppure la loro stramba verità, soltanto dei nuovi sviluppi in merito alla vicenda potranno chiarirlo.