Il calcio statunitense appoggia la protesta scatenatasi con la morta di George Floyd e abolisce il gesto di inginocchiarsi durante l’inno nazionale.
(Photo by kerem yucel / AFP) (Photo by KEREM YUCEL/AFP via Getty Images)
Ad annunciare la decisione, La Federcalcio statunitense tramite una nota che definisce sbagliata la norma varata nel 2017. Era stato imposto, al tempo, il divieto di mettersi in ginocchio per tutti i giocatori. A rendere pubblico il gesto la star del football americano, Colin Kaepernick che era stato prontamente contestato dal presidente Donald Trump. Ad oggi quel gesto è diventato simbolo delle proteste antirazziste in tutto il mondo e la decisione è stata presa per omaggiare le manifestazioni a favore dell’ingiusta morte di George Floyd.
“Lo sport è una potente piattaforma volta al bene e noi non abbiamo usato la nostra piattaforma in modo efficace come avremmo dovuto. Possiamo fare di pù anche su questa specifica questione”, si legge nella nota pubblicata della Federcalcio Usa. “Spetta a loro, ai giocatori, e lo sarà andando avanti, decidere come usare al meglio le loro piattaforme per combattere ogni forma di razzismo, discriminazione e diseguaglianza. Siamo qui per i nostri giocatori – prosegue la nota – e siamo pronti a sostenerli nel loro impegno per raggiungere giustizia sociale”. Così anche lo sport in Usa sembra a suo modo aver preso parte alle proteste e aver riconosciuto l’importanza di ciò che la morte di Floyd ha scatenato in tutto il mondo. Per combattere questa dura lotta, attiva da sempre, c’è bisogno del sostegno e dell’appoggio di tutti. Anche il calcio è pronto a fare la sua parte.