La Cei ritiene che non sia necessaria una nuova legge contro i reati di omotransfobia. Si rischierebbe di aprire a libertà liberticide
La Conferenza dei Vescovi italiani va contro la nuova legge contro l’omofobia al vaglio della Commissione Giustizia della Camera dei deputati. Tale provvedimento è ritenuto inutile poiché i dispositivi penali presenti sono sufficienti per contrastare questo fenomeno. Secondo i Vescovi, la legge contro l’omofobia è liberticida.
Nel comunicato stampa della Cei si sostiene che la proposta di legge fatta da Alessandro Zan del PD e Ivan Scalfarotto di Italia Viva è inutile perché i provvedimenti in vigore sono adeguati a contrastare l’omotransfobia. “Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio”. La proposta di legge oltre che inutile, secondo la Cei potrebbe rivelarsi anche dannosa. A parere dei Vescovi italiani, il rischio più grande è una deriva liberticida che va a colpire la libertà di pensiero ed espressione.
Libertà di opinione
Con l’introduzione di nuove norme si potrebbe colpire l’espressione di una legittima opinione. Sottoporre, ad esempio, a procedimento penale chi sostiene che la famiglia debba essere composta da una mamma e un papà (e non la copia di una stessa figura) significherebbe introdurre un reato di opinione. Questo comporterebbe una limitazione della libertà personale, del modo di agire, di essere e di pensare. La legge avanzata andrebbe a colpire però non la libertà di espressione bensì i comportamenti scorretti e denigratori.
La Presidenza della Cei sottolinea che “le discriminazioni, basate sull’orientamento sessuale, costituiscono una violazione della dignità umana, che, deve essere rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. Minacce, aggressioni, lesioni, atti di bullismo…sono forme di attentato alla sacralità della vita umana e vanno perciò contrastate senza mezzi termini”. Tuttavia la legge che sta esaminando la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati non ritiene urgente una nuova disposizione dal momento che non si riscontra un vuoto normativo.