Lo dice il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ribadisce sul tema degli asintomatici: “Circa il 40-45% delle persone infette da Sars-CoV-2 risultano senza sintomi, suggerendo un elevato potenziale del virus di diffondersi nella popolazione in maniera silenziosa ed estesa”.
A esprimersi sulla diatriba riguardante il ruolo degli asintomatici nella pandemia da coronavirus è anche il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. L’esperto fa riferimento a una pubblicazione sugli Annals of Internal Medicine, che analizza i dati di 16 coorti, rappresentando uno degli studi più approfonditi di questo tipo. Una ricerca che, tra l’altro, prende in considerazione anche i dati ricevuti dalla campionatura a tappeto effettuata a Vò Euganeo. Analizzati i dati, Nino Cartabellotta afferma: “Circa il 40-45% delle persone infette da Sars-CoV-2 risultano senza sintomi, suggerendo un elevato potenziale del virus di diffondersi nella popolazione in maniera silenziosa ed estesa. Considerato che nelle varie coorti non è sempre possibile distinguere gli asintomatici dai pre-sintomatici, i ricercatori riportano in maniera conservativa che gli infetti che non sviluppano alcun sintomo sono almeno il 30%“.
Il commento è rivolto direttamente alle dichiarazioni del capo del team tecnico anti-Covid-19 dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) Maria Van Kerkhove. Recentemente, infatti, Van Kerkhove ha affermato che, secondo la sua interpretazione dei dati, solo in rari casi gli asintomatici sono mezzo di diffusione del virus. A supporto della tesi ha poi recuperato un documento Oms che afferma: “Studi esaurienti sulla trasmissione da individui asintomatici sono difficili da fare, ma le evidenze disponibili derivanti dal tracciamento dei contatti segnalate da alcuni stati membri suggeriscono che gli individui infetti e asintomatici abbiano meno probabilità di trasmettere il virus rispetto a quelli che sviluppano sintomi”. Anche se c’è da sottolineare che il documento integrale dell’Oms sembra molto meno categorico rispetto all’interpretazione fornita da Van Kerkhove. Ora Cartabellotta commenta: “In questa fase molto delicata della pandemia, sarebbe opportuno conoscere i risultati della ricerca già disponibili, prima di lanciarsi in dichiarazioni ardite e pericolose, rischiando di condizionare le politiche sanitarie dell’intero pianeta”.
Effettivamente, dopo l’uscita impropria, l’esperta avrebbe poi rettificato, ribadendo: alla base della sua affermazione ci sarebbe un set limitato di ricerche. Allora Cartabellotta ne fornisce di altre, e mette in evidenza i risultati dell’analisi pubblicata su Annals of Internal Medicine. “I soggetti asintomatici possono trasmettere il virus per un periodo prolungato, verosimilmente anche maggiore di 14 giorni. Diversi studi, tra cui uno condotto in Lombardia, dimostrano che soggetti asintomatici e sintomatici hanno una carica virale simile che non coincide con la trasmissibilità del virus, ancora non adeguatamente studiata”. Insomma, su tempi di infettività e carica virale, sintomatici e asintomatici sembrano abbastanza allineati.
Inoltre: “L’assenza di sintomi non equivale ad assenza di lesioni: infatti, nelle 2 coorti che hanno sottoposto alla Tac i soggetti inclusi (Diamond Princess, Corea del Sud), sono state rilevate negli asintomatici anomalie polmonari subcliniche di incerto significato che richiedono ulteriori studi. A causa dell’elevato rischio di diffusione silente da parte di soggetti asintomatici, è indispensabile estendere le strategie di testing alle persone senza sintomi”. Insomma, stando a quanto riportato da Cartabellotta “le evidenze ad oggi disponibili dimostrano che la prevalenza dei soggetti asintomatici è un fattore rilevante nella diffusione del contagio da Sars-Cov-2“. Ed è sulla base di questi dati e di queste considerazioni che si devono orientare i sistemi sanitari nazionali: “Di conseguenza in questa fase della pandemia le misure di sanità pubblica devono essere orientate sia a identificare, tracciare e isolare i soggetti asintomatici, sia a fare rispettare il distanziamento sociale e utilizzare la mascherina quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza”.
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