La guardia coinvolta, secondo l’accusa, sfruttava la sua posizione all’interno della struttura penitenziaria per svolgere dei traffici illeciti.
Su disposizione del Gip di Viterbo Rita Cialoni, sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di corruzione e traffico di sostanze stupefacenti. Sottoposti all’ordinanza tre persone: un detenuto italiano, sua moglie, da oggi agli arresti domiciliari e un agente di Polizia Penitenziaria in servizio nella casa circondariale.
L’attività investigativa è stata lunga e complessa e ha consentito di ricostruire tutta una serie di situazioni illecite, avvenute fra il dicembre 2018 e tutto il 2019. Delle indagini si è occupato il personale della Polizia penitenziaria dell’istituto, guidato dal comandate Daniele Bologna. Secondo l’accusa, l’agente, approfittando del suo ruolo, avrebbe portato all’interno della struttura penitenziaria, ingenti quantitativi di hashish e numerosi telefoni cellulari di ridotte dimensioni. Il tutto dietro compenso di denaro. A conferma del vasto operato svolto dal Poliziotto, il numero di cellulari che nel solo 2019 sono stati sequestrati ai vari detenuti: ben 35 dispositivi completi di schede SIM, intestate a soggetti fittizi. I telefoni cellulari, insieme alla sostanza stupefacente, venivano poi rivenduti dal detenuto ai suoi compagni.
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