Sono circa 24mila le tonnellate di rifiuti speciali smaltiti in maniera illecita per concimare più di 150 ettari di terreni agricoli in Toscana, tra le province di Pisa e Firenze. Sono finiti ai domiciliari gli amministratori del consorzio e un agricoltore.
Nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda di Firenze e condotta dalla sezione di pg della Procura, insieme ai carabinieri del Nipaaf, arriva la notizia: in Toscana sono state scoperte circa 24mila tonnellate di rifiuti speciali smaltite in terreni agricoli nelle province di Pisa e Firenze. Si tratta rifiuti contenenti sostante nocive e inquinanti, riversati per concimare più di 150 ettari di terreni coltivati a granturco e girasole. L’operazione ha portato ha portato all’arresto, in esecuzione di una misura di custodia cautelare, di tre amministratori di un consorzio. Il consorzio si occupava della gestione e dello smaltimento di rifiuti di un distretto conciario di Santa Croce sull’Arno (Pisa). Arrestato anche un agricoltore implicato nella vicenda. Inoltre, è stato disposto il sequestro preventivo di beni ai danni del consorzio e altri indagati, un sequestro dal valore di 3 milioni di euro.
Dall’indagine sarebbe emerso che i rifiuti conciari in questione venivano qualificati in maniera fittizia come ammendanti compostati misti. In tal modo, venivano illecitamente riversati e smaltiti nei campi. Fino all’arrivo della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze, insieme a personale del NIPAAF – Gruppo Carabinieri Forestali di Firenze e della Polizia Municipale dell’Unione dei Comuni Empolese Valdelsa. L’arrivo delle forze dell’ordine, alle luci dell’alba del 9 giugno, ha attuato un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti.
Le analisi effettuate hanno registrato un’elevata concentrazione di cromo nei terreni in questione. E’ il risultato tangibile delle attività criminali organizzate dagli indagati. Prima il recupero di grosse quantità di rifiuti speciali, legati sia a diverse imprese conciarie sia alla lavorazione di sottoprodotti animali. Poi la vendita del materiale, sotto forma di “concime”, a imprese agricole compiacenti. Tant’è che le autorità hanno anche predisposto il sequestro di oltre 300.000 euro ai danni degli agricoltori complici negli illeciti. Le imprese, in cambio, ricevevano un compenso direttamente proporzionale alle quantità acquistate. Infine il trasporto e lo smaltimento tramite documenti di trasporto e certificati analitici falsi.
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