Uno studio di Harvard dimostra che gli ospedali di Wuhan erano affollati già ad ottobre. Tra gli indicatori, un aumento di autovetture nei parcheggi degli ospedali e un boom di ricerche web legate ad alcuni sintomi del coronavirus.
Uno studio di Harvard sembra voler suggerire: potrebbe essere necessario anticipare la datazione delle prime significative manifestazioni di coronavirus a Wuhan. Lo studio è ancora in fase di revisione e si unisce ad altre ricerche che si muovono sulla stessa linea, collocando i primi casi di Covid a ottobre. Le implicazioni scientifiche dell’anticipazione della comparsa del virus sarebbero molteplici. Se i primi casi risalissero a ottobre, vorrebbe dire che i numeri e le curve epidemiologiche di Covid-19 in Cina, fornite il 10 marzo 2020 da Zunyou Wu alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (Croi), all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e ai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani, sarebbero da rivedere. Quei numeri da cui, in genere, sono partite alcune delle proiezioni matematiche successive.
Lo studio della Harvard Medical School, Boston University of Publich Health e Boston Children’s Hospital, ad ogni modo, prende la questione sotto una nuova angolazione. Non lo studio in vitro del virus, non la rassegna epidemiologica dei primi casi di coronavirus accertati, ma, ad esempio, le immagini satellitari. Le registrazioni satellitari mostrerebbero, infatti, già a ottobre un’impennata del numero di veicoli fuori dai principali ospedali di Wuhan. L’idea che ne deriva è che il virus potrebbe essersi diffuso in città già mesi prima dell’ufficializzazione avvenuta dalle autorità. L’analisi dei parcheggi dei principali ospedali di Wuhan comprende un lasso di tempo che va dal gennaio 2018 e aprile 2020, stando a quanto riporta il Guardian.
Lo studio è ancora in fase di revisione, ma sembrano emergere alcuni dati significativi: le immagini registrano un “forte aumento” di vetture a partire da agosto 2019. Il picco è invece stato registrato a dicembre 2019. Tra settembre a ottobre in cinque dei sei ospedali analizzati si registra il più alto volume giornaliero di automobili. Poi un altro indice, sempre indiretto, che lascerebbe pensare a un aumento di casi di coronavirus già a ottobre: le ricerche web. L’uso di parole come “diarrea” e “tosse” è aumentato in maniera notevole circa 3 settimane prima del picco ufficiale, a fine 2019. Insomma, si assisterebbe a un incremento di ricerche su sintomi legati al coronavirus.
Ovviamente, questa singola ricerca, da sola, è indicativa, ma non fornisce nessuna prova scientifica della nuova datazione. A spiegarlo sono gli stessi autori dello studio: non è possibile confermare un legame tra l’aumento del traffico negli ospedali e il virus. Proprio per questo quella di Harvard è una “ricerca in più” da unire alle altre che si muovono in questa direzione. Lo studio “supporta altri lavori recenti che dimostrano che l’emergenza è avvenuta prima dell’identificazione (del coronavirus) nel mercato del pesce di Huanan”, alla fine di dicembre, ovvero quando i funzionari cinesi riferirono del cluster nel cuore di Wuhan. “Questi risultati confermano anche l’ipotesi che il virus sia emerso naturalmente nella Cina meridionale e che potenzialmente fosse già in circolazione al momento del cluster di Wuhan”, afferma il rapporto. Sicuro della nuova ipotesi è anche John S Brownstein dell’ospedale pediatrico di Boston, che dice all’Abc News: “Stava succedendo qualcosa in ottobre. Chiaramente, un certo livello di disagio sociale si stava verificando ben prima di quanto venne identificato l’inizio della nuova pandemia di coronavirus”.
Una ricerca che sembra dare ulteriori elementi a teorie già in circolazione che, sotto angolazioni diverse, supportano la tesi secondo cui il virus fosse in giro a Wuhan già a ottobre. Basti pensare alla tesi del virologo Guido Silvestri, legata a una delle conclusioni di “uno splendido articolo del gruppo di Francois Balloux all’Istituto di Genetica di University College of London”. Secondo questo studio “l’origine temporale del virus Sars-CoV-2 può essere stimata tra il 6 ottobre e l’11 dicembre 2019, quindi ben prima dei cosiddetti primi casi del mercato di Wuhan di fine dicembre”. Il lavoro, pubblicato su Infection, Genetics and Evolution, si basa su una “complessa analisi di 7.666 sequenze, provenienti da numerosi Paesi di varie aree geografiche e raccolte fino al 20 aprile scorso”. Insomma, le ipotesi al vaglio sono molte, e alcune di queste sembrano voler anticipare a ottobre la comparsa dei primi casi di coronavirus. Queste teorie rivisiterebbero un’anticipazione già proposta da un articolo pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, secondo cui i primi casi di coronavirus potevano risalire almeno al primo dicembre 2019. “La comparsa dei sintomi nel primo paziente identificato risale al primo dicembre 2019 – si legge nello studio – Nessuno dei suoi familiari ha sviluppato febbre né altri sintomi respiratori”.
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