Il virologo Guido Silvestri: il virus è mutato

Sin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, la voce della scienza non è stata univoca. Il virologo Guido Silvestri, in un post su Facebook, ha smantellato le ipotesi degli esponenti più illustri della scienza e della sanità.

Guido Silvestri virus mutato

Nel suo post su Facebook lo scienziato ha messo in luce una diminuzione sia dei ricoveri che dei casi attivi totali. Silvestri ha ricordato: «Oggi (ieri ndr) è il fatidico 8 giugno, quello che se non stavamo attenti avremmo avuto 151.000 malati in terapia intensiva e invece sono 286». A distanza di 34 giorni dalla prima apertura in maggio «non c’è alcun segno di quel ritorno della pandemia che certi esperti davano per scontato». Secondo il virologo, i modelli matematici hanno condizionato in modo eccessivo le disposizioni prese in questi ultimi mesi. Si era infatti parlato, con la riapertura, di una riesplosione violenta del virus che invece, secondo lo scienziato, starebbe seguendo un andamento stagionale.

L’origine temporale del virus e l’ipotesi della mutazione

Da un paio di settimane in Italia, si sta parlando della mutazione del virus e del suo indebolimento. Tra le tante voci vi è anche quella del presidente dei virologi di Brescia, Arnaldo Caruso, che ha annunciato di averne isolato una variante meno aggressiva. Silvestri nel suo intervento, ha menzionato un articolo dell’Istituto di Genetica dell’University College of London. Uno studio che va a correggere molte delle dichiarazioni fino ad ora fatte sul virus. La prima riguarda la sua origine temporale stimata tra il 6 ottobre e l’11 dicembre 2019, molto prima della fine di dicembre. Se questo fosse vero, le curve epidemiologiche del Covid-19 fornite dalla Cina risulterebbero quindi completamente sballate e con loro anche i modelli applicati, utilizzati per il lockdown. Il secondo tema trattato è quello dell’evoluzione di Sars-Cov-2. Nelle diverse parti del mondo questa è «caratterizzata da alti livelli di omoplasia», ovvero il virus starebbe mutando in modo indipendentemente simile in diverse aree geografiche. Si starebbe cioè adattando all’uomo. Con il risultato che la letalità andrebbe a diminuire con il passare del tempo.

 

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