“Le regioni dovranno collaborare”, spiega la ministra dopo l’uscita dell’applicazione Immuni per tracciare i contagi e combattere il coronavirus. Anche Matteo Salvini dovrà scaricarla se vuole bene agli italiani come dice.
“In settanta giorni non sviluppa un’App nemmeno Dio; mi spiego meglio, allora. In settanta giorni nemmeno un colosso come Google riuscirebbe a mettere in campo un’applicazione come la nostra. Siamo stati davvero un modello anche per gli altri Paesi”. Così la ministra per l’Innovazione Paola Pisano ha commentato l’uscita dell’app in un’intervista al Messaggero. La ministra continua parlando dello scenario, delle difficoltà e dei tempi di progettazione dello strumento tecnologico sottolineando: “Ci siamo trovati davanti a una tecnologia complessa in uno scenario altrettanto complicato come quello della pandemia che ha sconvolto il mondo. E abbiamo rispettato tutti i passaggi, come doveva essere”. Anche le regioni dovranno fare la loro parte, incentivare i cittadini a scaricarla per vivere nel modo più tranquillo possibile. “Tutti dovremo fare la nostra parte”, sottolinea la ministra al termine dell’intervista. Non possiamo permetterci di tornare indietro, per questo sarà importante utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per tutelarci il più possibile. La ministra si rivolge poi a Matteo Salvini dicendo che se “è un italiano, come si vanta di essere, dovrebbe scaricare questa applicazione costruita per la salute degli italiani. Se Salvini vuole bene agli italiani deve scaricarla. E mi fermo qui”. Infine conclude auspicando ad un possibile ritorno alla normalità per luglio, con l’apertura dei confini e il via libera su tutto. Ci auspichiamo che questo non comporti una nuova ondata della pandemia in autunno.
Immuni, la app gestita dal Governo per il tracciamento dei contatti legati al Covid-19, è partita in via sperimentale in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia. La nuova tecnologia è scaricabile su base volontaria e permette di allertare i possibili contagiati il prima possibile, anche se asintomatici. Il sistema di tracciamento comunica all’utente A quando è stato esposto ad un utente B potenzialmente contagioso, così da poter evitare ulteriori contatti. Dopo la polemica scatenata sulla questione “Privacy” è giusto sottolineare che il sistema è basato sul Bluetooth Low Energy e non utilizza dati di geolocalizzazione. Inoltre, non raccoglie dati personali quali nome, cognome, data di nascita, numero di telefono o indirizzo mail. L’app quindi riesce a verificare se è avvenuto un contatto tra due utenti ma non chi siano e dove il contagio possa essere avvenuto. Lo strumento per la rivelazione dei contagi è già stato scaricato da oltre 2 milioni di italiani e il governo si aspetta la collaborazione di tutti i cittadini per combattere definitivamente la pandemia.
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