Ultimo giorno di scuola: sciopero generale in tutto il Paese. Gissi (Cisl):investimenti gravemente insufficienti. No a scuola a metà
È l’ultimo giorno di scuola con didattica a distanza ma è sciopero generale in tutta Italia. I sindacati scuola hanno protestato con flash mob, manifestazioni e iniziative davanti al ministero della Pubblica Istruzione. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda dicono basta a proclami sull’importanza dell’istruzione, chiedendo di stabilizzare i precari “che da anni contribuiscono in maniera fondamentale al funzionamento della scuola italiana“.
I sindacati esprimono la loro concreta solidarietà per affrontare l’emergenza Covid. Hanno infatti invitato lo staff che non potrà essere registrato tra coloro che scioperano a devolvere alla Protezione Civile l’equivalente della trattenuta che avrebbe avuto se avesse scioperato. Ogni sindacato verserà un contributo di 10.000 euro.
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La Segretaria nazionale Cisl Scuola, Maddalena Gissi, spiega cosa i sindacati contestano e chiedono al Ministero dell’Istruzione. “Scelte sbagliate“, dice Gissi,”fra tutte quelle in materia di reclutamento che ci consegneranno un nuovo record di precari, ma soprattutto scelte non fatte, quelle che servono per riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza ed evitando modalità organizzative che penalizzano il diritto allo studio. Siamo in forte ritardo e registriamo uno stato di preoccupante confusione da parte del Governo“.
Gissi prosegue sostenendo di aver “trovato importanti convergenze da parte delle famiglie, degli studenti, delle amministrazioni locali. È chiaro a tutti che le risorse stanziate dal Governo non bastano per coprire il fabbisogno di materiali, di personale, di spazi che vanno ristrutturati o individuati ex novo. Non lo diciamo solo noi, a chiedere nelle scelte per la scuola più risorse e più coraggio oggi è il presidente della conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini, e poco fa lo stesso ex ministro Fioramonti ha parlato di investimenti gravemente insufficienti. La scuola è fondamentale per il Paese, non possiamo, a settembre, accontentarci di una scuola a metà“.