Daria Bonfietti, presidente dell’associazione delle vittime della strage di Ustica, ricorda al Copasir che per le stragi non esiste il segreto di Stato
Si avvicina il 40esimo anniversario della strage di Ustica e a distanza di anni torna un vecchio depistaggio. La presidente dell’associazione dei familiari della strage di Ustica, Daria Bonfietti spiega “il senatore Giovanardi sosteneva di aver trovato delle carte, partecipando ai lavori della Commissione Moro che avrebbero potuto rivedere la situazione delle due stragi e, nonostante il fatto sia già stato smentito, oggi torna la stessa operazione”.
La risposta è riferita alle affermazioni dei giorni scorsi del presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Raffele Volpi. La dichiarazione fu: “Il Comitato auspica che i documenti custoditi negli archivi delle Agenzie di informazione per la sicurezza, e relativi al sequestro e all’omicidio di Aldo Moro, alla strage di Bologna e a quella di Ustica, possano essere oggetto di desecretazione e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria, anche alla luce delle rilevanti novità riportate nei mesi scorsi dagli organi di stampa, da cui emergerebbero scenari in parte difformi rispetto a quelli accertati dai processi”.
Bonfietti non condivide la posizione e ritiene che il Copasir sia spinto dal senso di impegno per la verità e proprio per questo potrebbe cadere in trappola. “Riparte così un’operazione già sbugiardata” prosegue la Bonfietti ricordando inoltre che sulle stragi non esiste il segreto di Stato e che la documentazione deve essere resa pubblica e depositata all’Archivio centrale dello Stato, in base alla direttiva di Renzi.
A sostenere la presidente c’è il deputato bolognese del Partito Democratico, Andrea De Maria, che chiede di “non fare confusione e di non rischiare di dare nuovo spazio a depistaggi e di applicare pienamente la direttiva Renzi”. In merito alla questione di Ustica, il deputato ritiene necessario che vengano attivati i canali diplomatici per avere notizie degli Stati che potrebbero fornirle “rispetto a quello che è accertato essere stato un vero e proprio episodio di guerra nei cieli italiani. Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari e alla nostra sovranità nazionale”.