L’ex procuratore Carlo Nordio intervistato da Libero: “La magistratura è al minimo del minimo. E credo non sia ancora finita qui. Il suo prestigio oscilla da molto tempo”
“II prestigio della magistratura? Oscilla da tempo. Con il terrorismo eravamo ai massimi. Poi vediamo cosa è successo con il caso Tortora: siamo calati. Siamo tornati in auge con Tangentopoli. Oggi siamo al minimo del minimo. E temo che non sia finita”. Intervistato da Libero, l’ex magistrato trevigiano Carlo Nordio, ex procuratore di Venezia, esprime un giudizio duro a proposito della magistratura.
Nordio si sofferma poi sui legami tra politica e magistratura. “Ciò accade perché il potere – afferma – è una forte attrattiva, e la politica, debole e codarda, l’ha consegnato a noi su un piatto d’argento, peraltro spalmato di veleno”. E sui magistrati, al centro di numerose polemiche nelle ultime settimane afferma. “Non mi piacciono, è ovvio. Non condivido questo modo di fare. Se lo facessero in mala fede – osserva – ovviamente mi piacerebbero ancora meno, ma credo che la maggior parte sia in buona fede. Cosa moralmente meno grave, ma socialmente più pericolosa. Chi si ritiene moralmente superiore facilmente sconfina nel fanatismo. E il fanatico fa più danni del delinquente”.
“Caso Palamara agghiacciante, mina la credibilità”
Non poteva mancare una riflessione sul caso Palamara. Nordio è netto nel giudizio. “Rivela una situazione nota a tutti, denunciata da alcuni e mai rimediata da nessuno. Che il Consiglio Superiore della Magistratura sia l’espressione delle correnti che governano l’Associazione Nazionale dei Magistrati lo sapevano anche le pietre. Idem che la spartizione delle cariche fosse procedura consolidata. Ma vedere queste cose riportate nelle intercettazioni – osserva – colpisce di più, come quando gli americani videro in tv i ragazzi morire in Vietnam, e gli Usa persero la guerra”.
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“Mi sono stupito – spiega Nordio – la cosa è più grave di quanto pensassi. Mentre la lottizzazione spartitoria tra correnti, era arcinota, qui per la prima volta assistiamo a un giudizio di merito di un magistrato sulla colpevolezza di un indagato”. E sottolinea sul caso Salvini: “Quanto Palamara dice su Salvini è agghiacciante, e vulnera in futuro la credibilità di ogni processo nei confronti di un politico”. Infine, in merito all’utilizzo delle intercettazioni Nordio riferisce. “Sono sempre stato contrario, e lo sono ancora, all’utilizzo processuale delle intercettazioni. Si tratta di uno strumento invasivo e anticostituzionale che dovrebbe essere relegato tra gli spunti investigativi come le confidenze e le lettere anonime. Ma – conclude – poiché questo è il sistema voluto e sostenuto dai magistrati e da Palamara, è una giusta nemesi”.