Il tesoro nascosto dei narcos: trovati 15 milioni contanti in un muro

Durante un’operazione della Dda di Milano ai danni di narcotrafficanti stanziali in Lombardia sono stati scoperti e sequestrati 15 milioni di contanti nascosti in un muro. Sono 3 le persone arrestate.

milano 15 milioni in muro

Ben 15 milioni di euro in contanti nascosti in un’intercapedine ricavata in un muro. E’ stata questa la clamorosa scoperta (con conseguente sequestro). Un vero e proprio fondo a disposizione della criminalità milanese, custodito gelosamente nelle mura domestiche. Come riportato da Repubblica, la casa è legata a Massimiliano Cauchi, uno dei più noti narcotrafficanti del milanese). Una montagna di soldi emersa durante un’operazione contro il narcotraffico ribattezzata Flashback. A dare la notizia è stata la polizia, autrice della scoperta durante l’attuazione delle perquisizioni ordinate dalla Procura della Repubblica di Milano (Direzione Distrettuale Antimafia). Il blitz ha avuto inizio lunedì mattina all’alba. La perquisizione era mirata a marcare stretto “noti trafficanti e altri soggetti a loro legati”, da tempo presenti a Milano e in tutta la Lombardia. La Questura fa sapere che il gruppo farebbe parte di “un ingente traffico internazionale di hashish”. Un traffico proveniente dall’estero e poi diffuso “nel territorio milanese e in tutto il centro e nord Italia”.

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L’intercapedine in cui è stato ritrovato il tesoro era stata ricavata tra un muro artificiale e il muro perimetrale di un’abitazione. Al suo interno, 28 scatoloni contenenti i 15 milioni di euro. I soldi erano divisi e organizzati in banconote di vario taglio, che andavano da pezzi da 20 a pezzi da 500 euro. Ma non finisce qui. Parte del tesoro era anche nascosto all’interno di una cassaforte e in un’officina per auto: il surplus ritrovato ammonta a 167mila euro. Come mai l’officina? I soldi ritrovati erano in un appartamento in uso di Giuseppe Cauchi, 69 anni, meccanico nullatenente e padre di Massimiliano Cauchi, stando a quanto riportato da Repubblica. Massimiliano aveva già ottenuto una condanna a 16 anni, e si trovava ai domiciliari. L’accusa, sempre la stessa: associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e un arresto a Milano, dopo un sequestro di una tonnellata di hashish. Ora l’uomo si trova a San Vittore. Ai domiciliari, invece, il padre e il muratore di fiducia, Carmelo Pennisi, “il mago delle intercapedini”.

 

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