Fabio Rovazzi è stata una delle celebrità che è stata toccata molto da vicino dalla pandemia da Coronavirus che ha messo in ginocchio l’Italia non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello emotivo, con una generazione che è stata cancellata in una manciata di mesi.
Il cantante e influencer, infatti, nel corso di questa terribile epidemia, ha dovuto dire addio al nonno a cui era molto legato. Ora, in una recente intervista al Corriere Della Sera, torna a parlare proprio di questa perdita che non ha ancora superato.
I rimproveri di Fabio Rovazzi
Fabio Rovazzi ha dunque provato sulla propria pelle la gravità del virus che sta ancora circolando nelle nostre strade. Dallo scorso aprile, quando suo nonno si è spento proprio per colpa del Covid-19, Rovazzi cerca di sensibilizzare tutti e invita a non prendere sottogamba una situazione tanto terribile.
Proprio per questo il cantante non ha perso l’occasione per commentare la manifestazione dei Gilet Arancioni che si è tenuta a Piazza Duomo, a Milano, con una leggerezza e una mancanza di rispetto delle regole che ha spinto il ragazzo a dire: “Il caso dei gilet arancioni in piazza Duomo mi ha stupito. Non per le persone che ci sono andate ma per l’autorità che non si è fatta sentire. E quando qualcuno dice che il coronavirus non esiste lo prendo di petto. Impazzisco. Ho vissuto una tragedia da vicino”.
L’incubo delle RSA secondo Rovazzi
Fa molto parlare anche la gestione degli anziani nelle RSA, che molto spesso sono stati focolai del virus e ancora oggi continuano ad essere “chiuse”: molti parenti, infatti, non possono ancora far visita ai propri familiari ricoverati, per paura di un nuovo picco di contagio tra la popolazione più a rischio.
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Anche questo è un tema che, naturalmente, Rovazzi ha visto da vicino: “La situazione nelle RSA era drammatica. Ho vissuto mesi brutti combattendo contro cose assurde. Avrei potuto fare un post di divisione e attacco. Non l’ho fatto per rispetto del nonno e per non sporcare il nostro rapporto. Con i giorni ho capito che cercare il colpevole per una cosa imprevedibile come questa non era utile”.