Prete fermato prima di dire messa in carcere: nascondeva 9 cellulari

Il prete si stava recando nel carcere casertano di Carinola per celebrare la messa della domenica. I secondini lo hanno beccato con uno smartphone e otto micro cellulari nascosti in buste di tabacco.

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Una storia che ha dell’incredibile arriva dal carcere casertano di Carinola. Un prete è stato fermato dai secondini che operano nel penitenziario, proprio prima di arrivare alla cappella per poter dire la consueta messa della domenica. Gli agenti della polizia penitenziaria lo hanno beccato con ben nove cellulari. Si tratta di uno smartphone e di otto micro telefoni, che il prete nascondeva in alcune buste che vengono usate per contenere del tabacco. Così, il viaggio di questi cellulari, che con ogni probabilità erano destinati ad alcuni detenuti, si è interrotto prima del tempo.

A rendere noto questo intervento da parte dei secondini sono stati i vertici dell’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria. L’Uspp, infatti, ha fatto sapere che è stata avviata un’indagine da parte delle autorità giudiziarie. Nelle buste che avrebbero dovuto contenere il tabacco in possesso del sacerdote, non c’erano solo i nove cellulari. Al loro interno, infatti, c’erano anche altrettanti caricabatteria per i telefoni, oltre a vari cavetti di tipo USB. Il prete avrebbe dovuto recitare la consueta messa della domenica, aperta ad alcuni dei 500 ospiti del carcere di Carinola.

Il carcere di Caserta – meteoweek.com

Ciro Auricchio, segretario regionale in Campania per l’Uspp, ha espresso grande rammarico per l’operazione conclusa. Ovviamente c’è gratitudine nei confronti degli agenti che hanno colto in flagrante il sacerdote che trasportava cellulari all’interno della struttura. “L’episodio evidenzia ancora una volta la necessità di dotare la Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati, anche in grado di schermare gli istituti di pena, per contrastare questo fenomeno”. Dunque non ci sono solo lodi per gli agenti, ma anche un grido di aiuto per dare una mano agli uomini che lavorano nelle carceri italiane.

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“Grazie agli sforzi finora profusi – prosegue Auricchio – la Polizia Penitenziaria, malgrado i turni massacranti e le scarse risorse, riesce comunque ad arginare i tentativi fraudolenti di introduzione sia di telefonini sia di droga, evitando così gravi ripercussioni per l’ordine e la sicurezza interna. Complimenti ai colleghi del carcere di Carinola”. Il segretario regionale Uspp ha reso noto anche un altro episodio. Nella giornata di ieri, due detenuti hanno provato a evadere dal carcere di Avellino. Anche in questo caso, l’intervento da parte degli agenti ha evitato che si concretizzasse il tutto.

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