Lombardia ordina camici a ditta vicina a moglie Fontana: il Fatto attacca, Fontana querela

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato oggi in prima pagina un’inchiesta che recupera un servizio Report in onda lunedì prossimo. Secondo l’inchiesta il 16 aprile Aria, la centrale acquisti della regione Lombardia, avrebbe ordinato 513mila euro di camici alla società Dama spa, vicina alla moglie del governatore Attilio Fontana. Fontana promette la querela: quei soldi non sono mai arrivati.

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(Foto di Marco Bertorello, da Getty Images)

Il Fatto Quotidiano lancia l’inchiesta in prima pagina, riprendendo e ampliando un servizio di un giornalista Report che sarà in onda nella puntata di lunedì. Secondo quanto riportato, il 16 aprile (in piena emergenza coronavirus) la società Aria, la centrale acquisti della regione Lombardia, avrebbe acquistato 513mila euro di camici. Il problema è che l’acquisto è avvenuto presso la società Dama spa. Il problema vero, come riporta il Fatto, è che Roberta Dini, la moglie di Attilio Fontana, sarebbe socia dell’attività al 10%. Ma la situazione non sembrerebbe così scontata. Intanto è arrivata la replica di Aria: si è trattato di una donazione, la regione Lombardia non ha elargito soldi. Infatti, il 22 maggio Dama Spa avrebbe stornato la fattura di 513mila euro senza che ci fosse alcun pagamento. Stando a quanto riportato dall’amministratore dell’azienda legata alla moglie di Fontana, alla base di tutto ci sarebbe un errore. L’idea iniziale era di donare i dispositivi di protezione. Da lì, una serie di incomprensioni che hanno portato a una fattura e a una nota di credito, ma il denaro non sarebbe mai arrivato.

Fontana all’attacco tra querele e diffide

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A difendere la posizione di Aria, di Dama spa e della moglie c’è in prima linea Attilio Fontana, che dà notizia dell’imminente denuncia: “Ho dato mandato ai miei legali di querelare Il Fatto Quotidiano per l’articolo di oggi che anticipa i contenuti della prossima puntata della trasmissione televisiva della Rai Report in cui si racconta di una donazione di camici per protezione individuale forniti alla Regione Lombardia. Si tratta dell’ennesimo attacco politico vergognoso, basato su fatti volutamente artefatti e scientemente omissivi per raccontare una realtà che semplicemente non esiste”. Poi Fontana ribadisce: “Agli inviati della trasmissione televisiva Report avevo già spiegato per iscritto che non sapevo nulla della procedura attivata da Aria SpA e che non sono mai intervenuto in alcun modo. Oggi il titolo di prima pagina del Fatto e il testo mettono in connessione la ditta fornitrice con la mia persona attraverso la partecipazione azionaria (10%) di mia moglie e invocano un conflitto di interesse peraltro totalmente inesistente, proprio perché non vi è stato da parte mia alcun intervento”. Fontana ribadisce, oltre alla sua estraneità ai fatti, un elemento fondamentale: non è stato eseguito nessun pagamento.

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Il versamento vero e proprio non è stato effettuato. Fontana ribadisce: restano solo la fattura e la nota di credito del tentativo di pagamento. “Il testo del Fatto, infatti, in maniera consapevole e capziosa omette di dire chiaramente che la Regione Lombardia attraverso la stazione appaltante Aria SpA non ha eseguito nessun pagamento per quei camici e l’intera fornitura è stata erogata dall’azienda a titolo gratuito. Ho anche dato mandato a miei legali di diffidare immediatamente la trasmissione Report dal trasmettere un servizio che non chiarisca in maniera inequivocabile come si sono svolti i fatti e la mia totale estraneità alla vicenda”. Ed è lo stesso Fontana a spiegare il perché della fattura e della nota di credito in un post su Facebook: “Nel rispetto delle norme fiscali e tributarie, l’azienda oggetto del servizio di Report accompagnava il materiale erogato attraverso regolare fattura stante alla base la volontà di donare il materiale alla Lombardia, tanto che prima del pagamento della fattura, è stata emessa nota di credito bloccando di fatto qualunque incasso”.

Il Pd chiede chiarezza

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Intanto Simona Malpezzi, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, promette che l’indagine proseguirà, quanto meno per fare chiarezza e togliere ogni ragionevole dubbio. “Nei prossimi giorni capiremo i risvolti relativi all’affidamento, senza gara pubblica, di una fornitura di camici da parte della Regione Lombardia a una società di cui risultano soci la moglie e il cognato del Presidente Fontana. Io continuo ad essere preoccupata per lo stato di salute dei lombardi perché sono convinta che la gestione, anche di questa fase, da parte di Regione Lombardia, non sia minimamente adeguata. Tuttavia, è chiaro che il presidente Fontana dovrà dire qualcosa su quanto accaduto. Si tratta di una vicenda imbarazzante e inopportuna. Sarà stato un malinteso, sarà che poi il mezzo milione (non miliardo) è stato stornato”. Ma Simona Malpezzi non lascia scampo: sarà anche stato un errore, ma è un errore che inquina il clima politico-istituzionale. “Questa vicenda aggiunge note di opacità e malessere a quanto già accaduto. Sono dei pasticcioni. La Lombardia merita di più”.

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