L’app Immuni lanciata dal Governo per il contact tracing domani sarà attiva in via sperimentale in 4 regioni. Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri intanto informa: l’app “è stata scaricata da 2 milioni di italiani”.
Domani si darà il via alla sperimentazione dell’app Immuni in ben 4 regioni italiane. L’applicazione lanciata dal Governo per il contact tracing sembra già registrare un ottimo traguardo. Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri al programma 1/2 ora in più su Rai3 fa sapere: l’app “è stata scaricata da 2 milioni di italiani”. Il commissario poi ne ribadisce l’utilità: “E’ una app molto utile, il tracciamento è una componente essenziale per questa fase”. Poi, sulla creazione di altre micro-app sviluppate a livello regionale, Arcuri si mostra sicuro: “Quando studiavo mi dicevano che la moneta buona scaccia quella cattiva e sono sicuro che Immuni sarà la più utile per le esigenze”. Persiste, però, qualche problematicità, oltre all’ormai nota controversia sulla slide sessista. Oltre a una buona risposta dal pubblico, l’app registrerebbe ancora qualche problema tecnico: è possibile installare l’app solo nei modelli di smartphone più aggiornati. A questo si aggiungono limiti anche per gli Huawei. Ma Google, in risposta, fa già sapere di essere a lavoro per superare le criticità, tant’è che già da lunedì potrebbe essere abilitata.
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Poi Arcuri è passato a commentare la situazione epidemiologica in Italia, confermando l’esigenza di tenere alta l’allerta: “Non dobbiamo credere che questa emergenza sia finita: l’emergenza finirà solo quando verrà scoperto il vaccino e quando sarà prodotto in maniera sufficiente per rendere immuni tutti i cittadini che devono esserlo”. Gli italiani, dice Arcuri, dovrebbero continuare a mostrare il carattere e la tenacia già sfoggiati al picco dell’emergenza. “Gli italiani sono stati straordinari e con i loro comportamenti hanno permesso di uscire dal lockdown e di iniziare una nuova fase. Ora dobbiamo continuare ad essere responsabili capendo che ci è richiesta la stessa responsabilità che avevamo nel passato”. Soprattutto perché è probabile che “ci sarà una recrudescenza del virus se non ci comportiamo responsabilmente. Se invece lo saremo potrà esserci una qualche ulteriore recrudescenza, ma sarà contenuta”.