Max Bugani, esponente del Movimento 5 Stelle e capo staff della sindaca di Roma Virginia Raggi, in un’intervista al Fatto Quotidiano espone la sua visione sulla futura leadership del M5s: “Alla guida del M5s bisognerebbe avere qualcuno che non fa parte dell’esecutivo”. La proposta è Alessandro Di Battista.
A parlare è Alex Bugani, esponente del Movimento 5 Stelle e capo staff della sindaca di Roma Virginia Raggi. In un’intervista al Fatto Quotidiano propone, senza mezzi termini, un cambio di leadership all’interno del Movimento, e sembra che qualche idea sul sostituto ce l’abbia già. Il problema vero sarebbe, secondo Bugani, evitare una sovrapposizione di interessi. Detto in altro modo, evitare che a capo del Movimento ci sia anche qualcuno interno al Governo. Infatti Bugani afferma: nel M5s “il collante in questo momento è solo il timore di non essere più al Governo. Credo che quello attuale sia il miglior esecutivo possibile in questa fase, e va sostenuto. Ma bisogna anche stimolarlo sui temi, e per farlo il M5s deve trovare una sua collocazione”. Per questo “alla guida del M5s bisognerebbe avere qualcuno che non fa parte dell’esecutivo”. Il pensiero va subito a Di Battista, grande esponente “purista” del Movimento, che recentemente sta attirando su di sé non pochi consensi all’interno del M5s. “Di Battista ha le carte in regola per diventare un protagonista della politica. Ma ha anche dimostrato di non essere interessato a poltrone e ruoli, ed è la sua forza”.
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Insomma, è necessario realizzare quello scollamento tra Governo e Movimento che, secondo Bugani, produce un calo nei consensi. “Ora l’unica linea è la paura di andarsene a casa, ma così per il Movimento sarà solo un galleggiare stanco, dopo una
storia straordinaria”. Non ci sono più prospettive di crescita in questo senso, e ogni forma di attaccamento alla “vecchia linea” è semplicemente paura del cambiamento. “In questo momento il M5s è identificato con il Governo. Ma è il segno della nostra debolezza negli ultimi due anni. Ormai a raccogliere consenso è Conte mentre il Movimento cala, innanzitutto perché manca il confronto con i nostri rappresentanti nelle regioni e nei comuni, con gli iscritti e gli attivisti”. Poi una lancia a favore di Conte, sulla possibilità della creazione di un partito personalistico targato Conte e sulla possibilità di una sua candidatura: “Lo considero il miglior premier degli ultimi 30 anni e non mi stupirei se stesse pensando di fare qualcosa del genere”, conclude Bugani.
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Alla voce di Bugani si unisce anche quella di Roberta Lombardi, che è stata la prima capogruppo alla Camera, oggi consigliere regionale alla Regione Lazio. Proprio la Lombardi in un’intervista al Corriere sembra proporre una “leadership collettiva” per il Movimento, capace di coniugare le figure di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Lombardi afferma: “Dobbiamo cambiare l’approccio ai problemi e l’ordine delle priorità e capire cosa dobbiamo fare da grandi”. Ma per individuare un nuovo indirizzo, è necessario smettere di parlare del “chi” e passare a individuare il “cosa”. Gli Stati generali del Movimento si terranno “dopo l’election day di settembre. Spero che ci si arrivi con un percorso capillare sul territorio”.
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Sulla futura figura chiave del Movimento, Lombardi sembra meno radicale di Bugani e propone un volto a due: “Finché siamo stati collegiali siamo stati dirompenti. Anche Di Maio e Di Battista sono sicuramente necessari per il Movimento”. A questi, si affiancano altri nomi che ricominciano a far apparire l’opzione Di Battista all’interno del discorso collettivo del Movimento. Tra questi, Giulia Grillo, da Barbara Lezzi a Ignazio Corrao. Così, la seconda anima del Movimento 5 stelle (da sempre interna alle dinamiche, ma più silenziosa) ora incalza Crimi: fissare subito la data degli Stati Generali e votare su Rousseau.