Scoperto canile lager: randagi maltrattati, malnutriti e a volte uccisi. Nei guai la gestrice di un canile e un veterinario
Scoperto a Olbia un canile lager in cui si confinavano cani randagi. Si tratta di una vicenda inquietante che vede coinvolta la responsabile legale di un canile a Pedres (Olbia). Con lei anche un veterinario, direttore della struttura trovata dagli inquirenti in condizioni pessime. Dopo accurate indagini, i finanzieri di Olbia hanno scoperto cani maltrattati e malnutriti. Talvolta, uccisi. Le morti di questi animali non erano registrate al Comune competente e spesso smaltite in modi orrendi. Questa modalità permetteva loro di percepire quanto stabilito nella convenzione con il Comune proprietario. Gli investigatori hanno persino rinvenuto una carcassa in una cella frigo.
Leggi anche:—>Ministero Salute: vaccino raccomandato e gratuito per bimbi e over 60
Leggi anche:—>Uccise il figlio di 9 mesi picchiandolo a morte: condannata a 12 anni
Nel canile, posto ora sotto sequestro, c’erano 619 animali, più del consentito. Box non adeguati, vaccinazioni non eseguite, cure scialbe, cibi per essere umani scaduti. In questo modo si risparmiava sui costi e appropriarsi dei proventi di convenzioni con 31 Comuni in tutta la Sardegna.
Le indagini della Guardia di Finanza tramite filmati, sopralluoghi con veterinari dell’Università di Sassari nonché perquisizioni e analisi di documenti dell’associazione che gestiva il canile lager hanno portato alla luce la maxi truffa. Truffa ai danni di enti pubblici. Si trattava di una vera e propria attività commerciale, secondo le fiamme gialle e non di un’associazione di volontariato come dichiarato. Il sistema associativo consentiva loro di partecipare a bandi pubblici, ottenere contributi pubblici e avere regime fiscale agevolato. Il veterinario è ora interdetto dalla professione e così la responsabile dell’associazione. Gli inquirenti hanno sequestrato beni per 1 milione e 200 mila euro.