Pannelli di plexiglass e visiere per un ritorno a scuola in tutta sicurezza: questa la proposta avanzata dalla ministra Lucia Azzolina, che ha già trovato dissensi e disappunti anche da Licia Ronzulli.
In merito al prossimo ritorno sui banchi di scuola, previsto al momento per settembre, spunta l’ipotesi di dividere i banchi delle aule con dei divisori, così da poter “garantire maggiore sicurezza” nel quadro dell’emergenza coronavirus. Questo, almeno, è quanto spiegato dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che, durante durante l’incontro con i sindacati e le associazioni tenutosi giovedì 4 giugno, ha sottolineato: “L’obiettivo è portare tutti a scuola in presenza, con particolare attenzione ai più piccoli, che hanno sofferto maggiormente in questo periodo”.
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Proprio in tale prospettiva, che prevede un ritorno negli istituti che sia efficiente e affidabile al tempo stesso, si sta pensando di “compartimentare” i banchi delle classi, così “come hanno fatto in altri Paesi europei, attraverso pannelli di plexiglass“, in modo “da garantire la sicurezza che ci sta a cuore”. Ma oltre ai pannelli, si parla anche di visiere, dispositivi che vogliono sostituire le “antipatiche” mascherine. “Le visiere sono una opzione alternativa in termini di sicurezza, da usare, ad esempio per far sì che bimbi ipoacusici possano vedere il labiale dei docenti”, ha infatti spiegato la ministra sempre contestualmente all’incontro di ieri.
Delle decisioni e delle strategie, quelle avanzate da Lucia Azzolina, che hanno già fatto molto discutere studenti e genitori da un lato, che forze politiche dall’altro. In particolare, la presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Licia Ronzulli, si è espressa proprio oggi in merito alla faccenda attraverso una nota ufficiale, con la quale ha sottolineato tutto il suo disappunto.
“Questo governo non smette mai di stupire. Il premier Conte e la ministra Azzolina annunciano un rientro a scuola da incubo, con i bambini rinchiusi in scatole di plexiglass come se fossero sardine: si tratta di una proposta assolutamente irricevibile. Agli studenti deve essere garantita la sicurezza sanitaria, ma questa non la si ottiene con barriere in plastica, ma investendo sull’edilizia scolastica: bisogna aumentare il numero delle aule per ridurre gli studenti in ciascuna classe, rimettere a nuovo i plessi. Bisognava approfittare di questo stop per aprire i cantieri come chiediamo – inascoltati – ormai da mesi”. Esordisce così, dunque, Licia Ronzulli.
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E, sempre nella stessa nota, le preme infine sottolineare: “Invece di potenziare la didattica a distanza che tornerà indispensabile qualora si registrasse una nuova ondata di contagi, fornendo strumenti informatici idonei a tutti gli studenti e garantendo l’accesso alla rete internet su tutto il territorio nazionale o di aumentare il numero degli insegnanti di sostegno per gli studenti disabili, l’esecutivo si crogiola nel proprio immobilismo proponendo soluzioni sempre più strampalate, improvvisate”.
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