La comunità scientifica è alle prese con la fabbricazione del vaccino contro il Covid-19. Tra promesse e aspettative, la strada sembra ancora in salita.
Negli ultimi mesi la scienza ha dovuto affrontare una nuova, difficile sfida: quella di trovare un vaccino per il Coronavirus. E in fretta. Sì, perché il Covid-19 ha paralizzato tutti i paesi del mondo, ha cambiato le nostre abitudini, ha provocato molte morti, ha fatto tanta paura. E continuerà a farne finche non si troverà il vaccino in grado di bloccarlo una volta per tutte. Nelle scorse settimane molte voci si sono accavallate: spesso è giunta la promessa di un vaccino pronto a breve. Ma è davvero così?
HIV e Malaria: la storia si ripete
Attualmente sono 200 le soluzioni in corsa per diventare il vaccino anti-Covid. Certo, le possibilità che almeno una di queste 200 si riveli quella funzionante sembrano elevate. Inoltre le moderne tecnologie permettono agli studiosi di individuare sempre più velocemente eventuali errori e di scartare le soluzioni non adatte. Ma l’ottimismo purtroppo deve essere ridimensionato. Risalgono a 35 anni fa le promesse sulla fabbricazione di un vaccino contro l’Aids. Al tempo si assicurava che entro un paio d’anni si sarebbe trovata la soluzione per la malattia causata dal virus HIV. 35 anni dopo il mondo deve ancora fare i conti con la subdola malattia sessualmente trasmissibile.
Lo stesso discorso si può applicare alla Malaria, senza vaccini nonostante da quasi un secolo si provi a farne uno. Ma molte altre sono le malattie che la scienza non è ancora riuscita a sconfiggere con un adeguato vaccino: Sars e Mers, solo per citarne due tra le più conosciute. Inoltre vaccini come quello contro il virus dengue o per la tubercolosi hanno moltissimi limiti. Solo il 10-15% delle soluzioni vaccinali tentate negli ultimi due decenni sono entrate in produzione e distribuite. Ecco dunque che, osservando le storie dei vaccini di altre malattie, le promesse di una celere soluzione al Covid-19 perdono la loro efficacia.
Vaccino anti-Covid: un quadro complicato
A complicare ulteriormente il quadro per la ricerca di un vaccino anti-Covid ci sono alcune incognite che questo visus particolare porta con sé. Dagli studi eseguiti e dall’esperienza di alcuni malati è apparso chiaro che esiste una risposta immunitaria spontanea contro il nuovo Coronavirus. Il problema sta nel capire quali risposte convenga attivare e quanto duri l’immunità. Ciò che preoccupa gli studiosi al lavoro sul nuovo vaccino è la possibilità di gravi effetti collaterali: in alcuni pazienti il vaccino potrebbe causare un potenziamento della malattia. Inoltre il Covid è un virus molto diffuso. Di conseguenza ci sarà bisogno di una vasta produzione di vaccini (almeno 7 miliardi in pochi mesi) e poche fabbriche sono attrezzate per questi numeri. Un’altra preoccupazione relativa al vaccino per il Covid è quella che possa avere una bassa efficacia. Nessun vaccino funziona nel 100% dei casi, ma se la soluzione anti-Covid dovesse avere un’efficacia del 40-60%, come il vaccino anti-inflenzale, sarebbe un vero fallimento.
Insomma, la strada verso un vaccino contro il nuovo Coronavirus si prospetta in salita. Quel che è certo è che nei prossimi mesi assisteremo ad una grande competizione scientifica, tecnologica ed economica su questo tema. Nel frattempo non ci resta che aspettare e attenerci a tutte le misure per evitare una nuova impennata dei contagi.