I Poliziotti della Squadra Mobile, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, hanno arrestato 12 persone dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti nella periferia di Roma.
Nella mattinata del 4 giugno a Ponte di Nona è scattato il blitz della Polizia. Sono stati sequestrati 15 chili di droga e quattro pistole. Questo il bilancio dell’operazione ‘Giulio Cesare’, una banda quella sgominata che si credeva intoccabile. La banda di pusher del “Cacetto”, già tratto in arresto nel 2013 per traffico di cocaina, a Villaggio Falcone aveva messo in piedi un vero e proprio business dello spaccio. A favorire l’attività criiminale anche la conformazione dei caseggiati di via Don Primo Mazzolari 300, dove occupavano illegalmente degli spazi sia pubblici che privati. Cesarini Claudio conosciuto nell’ambiente con il soprannome di “Cacetto” è considerato dagli inquirenti un vero “capo famiglia” con diversi legami con la malavita romana.
Il metodo del ‘Cacetto’
La banda utilizzava un ingegnoso sistema di allarme: gli spacciatori segnalavano tra i turnisti il sopraggiungere delle pattuglie tramite un braccialetto che generava una vibrazione al polso, evitando così urla e fischi che sono tipici delle sentinelle ingaggiate presso le solite piazze di spaccio.
Un gruppo organizzato, che tutelava i propri ‘soci’
Lo smercio di sostanze stupefacenti avveniva anche in orari notturni, sino al mattino inoltrato. Il gruppo era talmente organizzato da garantire all’occorrenza anche l’assistenza legale e il sostentamento economico ai ‘soci’ arrestati. Oltre allo spaccio, la banda di Villaggio Falcone si è contraddistinta per la prepotenza con cui si impossessava di locali e appartamenti del comprensorio. Durante il blitz, da una delle palazzine sono stati lanciati numerosi vasi e gabinetti contro gli agenti di polizia.