L’agente che ha sparato avrebbe scambiato il martello nelle mani del giovane per una pistola. Il poliziotto è stato sospeso.
San Francisco: nel corso delle proteste per l’assassinio di George Floyd, nel corso di un saccheggio, un agente ha aperto il fuoco contro un giovane di 22 anni. Pensava avesse in mano una pistola: invece era un martello. Sean Monterrosa, questo il nome del manifestate ucciso, si era inginocchiato a terra con le mani appoggiate alla vita, dove era infilato il martello. L’agente, di pattuglia ed intervenuto per disperdere la folla che stava saccheggiando un supermercato, ha pensato che il ragazzo avesse un’arma. E ha sparato: cinque colpi, che non hanno lasciato scampo a Monterrosa.
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Un errore grave, che rischia di alimentare il fuoco della protesta negli Stati Uniti in un momento delicato e drammatico: è di ieri la notizia della decisione del procuratore generale di Minneapolis di accusare Derek Chauvin, l’agente che ha ucciso Geirge Floyd, di omicidio volontario. E di arrestare gli altri tre agenti. Si potrebbe immaginare uno stesso atteggiamento anche nei confonti dell’agente di San Francisco, autore del grave errore che è costato la vita al 22enne. Il poliziotto è al momento sospeso, in attesa dei risultati dell’indagine.
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