Torna in carcere Iannazzo, ritenuto il boss della ‘ndrangheta di Lamezia

Il nome del detenuto calabrese Iannazzo era contenuto nella lista dei mafiosi da riportare in prigione. Era stato scarcerato e gli erano stati concessi i domiciliari durante l’emergenza coronavirus

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foto di repertorio

Dopo poche settimane di domiciliari, fa ritorno in carcere Vincenzino Iannazzo, considerato il boss della ‘ndrangheta a Lamezia Terme. A quest’ultimo erano stati concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute, durante l’emergenza coronavirus. Iannazzo sarà detenuto nel reparto di medicina protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo.

Per quale motivo è tornato in cella? Il nome del detenuto calabrese era contenuto nella lista dei mafiosi da riportare in prigione stilata dal nuovo vicecapo del Dap Roberto Tartaglia. L’iniziativa – come negli altri casi di mafiosi riportati in cella – è stata intrapresa dal Dipartimento amministrazione penitenziaria. Un provvedimento previsto dal decreto del 10 maggio scorso del guardasigilli Alfonso Bonafede, che ha attribuito al Dap il potere di iniziativa nell’indicare ai magistrati di sorveglianza soluzioni sanitarie idonee per consentire il rientro dei boss scarcerati per motivi di salute negli istituti di pena.

Ritenuto il capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta, attiva nel territorio di Lamezia, era stato tra i primi esponenti della criminalità organizzata ad essere scarcerato per ragioni di salute legate all’emergenza Covid.

Il suo stato di salute era stato definito “incompatibile con la detenzione”

Vincenzino Iannazzo è stato uno dei primi a lasciare il carcere di Spoleto i primi di aprile per gli arresti domiciliari. Il suo stato di salute era stato ritenuto incompatibile con la detenzione durante l’emergenza coronavirus. Lo aveva deciso – come riportato da ilLametino.it – con ordinanza, la Seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, riunita in videoconferenza via Skype, su istanza dei legali Salvatore Cerra e Mario Murone.

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Iannazzo, detto ‘U Moretto”, è stato coinvolto nell’operazione Andromeda – fra le più importanti eseguite nel territorio lametino in questi anni contro le cosche mafiose. Stando ai rilievi eseguiti dai periti, a causa di una patologia che gli ha comportato un deficit immunitario era stato giudicato un soggetto particolarmente a rischio e dunque incompatibile con il regime carcerario. Ora i suoi arresti domiciliari sono stati revocati e dovrà tornare in carcere.

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