Barbara Lezzi (M5s): “Vertici parlano con Boschi e non con Di Battista”

Barbara Lezzi, senatrice del M5s, si sfoga sui social dopo la sospensione di Ignazio Corrao, vicino all’ala “purista” del M5s, molto legata ad Alessandro Di Battista. La Lezzi accusa i vertici: preferiscono parlare con Boschi e Franceschini piuttosto che con Di Battista.

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(Foto di Alberto Pizzoli, da Getty Images)

Il M5s non sembra acquietarsi, anzi. Dopo i malumori riguardanti la figura di leader di Luigi Di Maio, proseguono le tensioni interne. Questa volta sono scatenate dalla sospensione della durata di un mese ai danni di tre eurodeputati: Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato. I tre rappresentanti sono incolpati di aver votato non in linea con il Movimento in merito ai provvedimenti economici della Ue legati all’emergenza coronavirrus. La posizione in controtendenza, hanno spiegato i deputati, è stata presa per far pesare “la contrarietà M5s sul Mes e far capire cosa accadrebbe non solo in Europa, ma anche in Parlamento”. Pronta, allora, la sospensione di un mese, che sembra accontentare l’ala del M5s che chiedeva la testa dei “traditori”. Dall’altro lato, arriva il monito ai tre eurodeputati: questa volta la sospensione si limita a un mese.

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La senatrice M5s Barbara Lezzi sta lavorando da tempo a un progetto proprio con Ignazio Corrao, molto legato alla figura di Alessandro Di Battista. Così il provvedimento non sembra riguardare solo singole figure, ma (dice la Lezzi) un intero filone del Movimento. Inoltre la sospensione di Corrao ha causato anche la decadenza dal ruolo di facilitatore nazionale, ricoperta da lui da da fine 2019. In sostanza, secondo alcuni appartenenti al Movimento, il provvedimento di sospensione parla chiaro: la leadership di Corrao era in ascesa, una leadership legata a una visione “purista” del Movimento, targata Di Battista. Per questo è stata strumentalmente fermata.

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(Foto di Vincenzo Pinto, da Getty Images)

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E proprio Barbara Lezzi sottolinea questo punto: “Parliamoci chiaro. Colpire Corrao e D’Amato rimuovendoli dal ruolo di facilitatori e sospendere per un mese Pedicini significa isolare Alessandro Di Battista, reo di aver presentato una proposta. Parlare di temi, presentare proposte e chiedere di non rinnovare alla guida della più potente partecipata di Stato un inquisito, è diventato per il M5S uno stigma“. Poi la stangata ai vertici del Movimento: “È, evidentemente, più facile per i presunti vertici, sedere al tavolo con Franceschini, la Boschi e Salvini che confrontarsi con Alessandro Di Battista”.  Poi la Lezzi su Facebook continua l’attacco, scendendo nella diatriba: “Si predica unità nazionale, coesione e partecipazione in questo momento drammatico e il M5S diventa un cannibale dimostrando, così, tutta la sua fragilità. Fragilità e debolezza che sono alla base di quella insana proposta di una costituente fondata da chi si eleva al di sopra di tutto e di tutti e si nomina padre nobile ma per farlo, e per far ingoiare ai nostri iscritti una ennesima ratifica del già tutto deciso e apparecchiato, deve necessariamente spezzare le gambe a chi vorrebbe prima parlare e stabilire gli ulteriori obiettivi del Movimento, del come raggiungerli e poi con chi farlo”.

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In sostanza, per la senatrice l’idea di una task force deputata a guidare la fase riformatrice del Movimento sarebbe un atto di prepotenza di “chi si eleva al di sopra di tutto”. Insomma, secondo Barbara Lezzi il M5s dovrebbe tornare a puntare in alto, evitare velleità riformiste da partitino e tornare a parlare di temi e proposte. “Nessuno ha l’ambizione di disperdere le potenzialità di questo Governo ma l’ambizione di centrare nuovi obiettivi con uno spirito più determinato e meno incline ai compromessi al ribasso, quella c’è”. Poi ancora: “Il M5S che non si concentra sui temi da portare avanti e si avviluppa su dinamiche interne da sottobosco per colpire bersagli sgraditi, è un Movimento debole pronto a scendere a qualsiasi compromesso pur di mantenere quella piccola percentuale utile a garantire sempre qualcuno a scapito di idee, progetti, soluzioni. E, soprattutto, a scapito di quello di cui il Paese avrebbe davvero bisogno”.

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