Galleria degli Uffizi riapre, intervista a Eike Schmidt “Grave danno economico” | Esclusivo

Oggi è il gran giorno della riapertura della Galleria degli Uffizi, il più visitato dei musei italiani che a partire dalle ore 14 riaprirà al pubblico dopo la chiusura dello scorso 8 marzo.

(Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP) (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Il museo fiorentino riaprirà con una capienza dimezzata, infatti dalle 900 persone abituali potranno essere simultaneamente all’interno soltanto 450. Negli scorsi giorni hanno già riaperto i Giardini di Boboli e Palazzo Pitti, quest’ultimo con una risposta di pubblico davvero minimale con poche decine di ingressi al giorno.

Ora con la riapertura delle regioni riapre anche la Galleria degli Uffizi. Noi di Meteoweek abbiamo contattato in esclusiva il direttore del museo Eike Schmidt, che ci ha parlato della riapertura e di questi lunghi mesi di lockdown forzato durante i quali i lavori e le discussioni su come rendere di nuovo accessibile in sicurezza l’arte non si sono mai fermati.

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galleria degli uffizi riapertura
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Domani riaprono gli Uffizi, è bello tornare alla normalità con la cultura?

“Sarà una fase intermediaria che durerà sicuramente per alcuni mesi, sarà diversa dalla normalità che conoscevamo prima. È diversa però dalla totale chiusura dei musei. Noi abbiamo continuato a comunicare anche attraverso i social con un enorme engagement.Boboli e Pitti sono riaperti e domani tocca agli Uffizi, la sensazione è quella di poter fare un passo importante a cui abbiamo lavorato sin dal primo giorno di chiusura”.

L’offerta serale degli Uffizi non ci sarà?

“Noi abbiamo aperto il Giardino di Boboli ogni giorno e la sera, palazzo pitti è aperto tutte le mattine piu tutto il giorno il sabato e la domenica. Gli Uffizi il pomeriggio durante la settimana e il fine settimana tutto il giorno. Abbiamo una capacità dimezzata con 450 persone, ma non ci aspettiamo questi numeri visto che purtroppo abbiamo alcune decine di visitatori al giorno invece di migliaia. Speriamo di tornare a buoni numeri con la riapertura del turismo interno presto ad aprire la sera”.

Cosa le viene in mente se ripensa a questi mesi? Quanto è stato il danno economico della chiusura?

“Il danno economico degli Uffizi e dei musei collegati è pari a 12 milioni di euro. Se paragoniamo i numeri di quest’anno sembra un calo strepitoso, ma dobbiamo considerare che i musei erano completamente chiusi fino a pochi giorni fa. Noi siamo felici di chi viene, l’arte non è un deposito estemporaneo, solo ora riusciamo a riprendere le funzioni dell’arte. Questo afflusso ridotto permette anche di avere più tempo davanti al quadro, se pensa a palazzo sembra una visita privata come nell’ottocento”.

Eike Schmidt: “Per riaprire Galleria degli Uffizi stretta collaborazione con il MIBACT”

Pensa che quanto fatto dal governo sia stato sufficiente per il settore cultura?

“Il protocollo di riapertura è stato elaborato in sinergia con gli altri musei e con il coordinamento del Mibact dato che nessuno è virologo. Hanno ricevuto le indicazioni del comitato tecnico e scientifico. Siamo sempre in contatto con la regione Toscana, tenendo conto di tutte le norme che continueranno ad evolversi. C’è stato parecchio lavoro dietro questa riapertura”.

Ha avuto modo magari di confrontarsi con altri direttori dei musei anche esteri?

“Abbiamo sin dalla chiusura tenuto rapporti stretti con direttori di musei degli altri paesi, non soltanto per i prestiti da e all’Italia da altri paesi per mostre che sono stati risolti in maniera solidale. Ci siamo anche scambiati idee su come organizzare la ripartenza. Bisogna dire che gli asiatici erano già in vantaggio perché avevano già l’esperienza della Sars e quindi già avevano i termo scanner all’ingresso. Ora abbiamo deciso anche noi subito dopo la chiusura di installarli, in questa maniera grazie a loro siamo stati avvantaggiati. L’Italia è all’avanguardia per il restauro quindi tanti ci hanno chiesto raccomandazioni su come sanificare determinate superfici senza mettere a rischio le opere. C’è stato un grande scambio internazionale tra i musei di tutto il mondo”

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