Greenpeace ha lanciato un sondaggio chiedendo alle persone cosa farebbero se potessero amministrare la città. La richiesta è più verde e mobilità sostenibile
Con la partenza della Fase2 sono molti coloro che rimpiangono la tranquillità, la pace e la quasi assenza di smog. Secondo alcuni sondaggi, il 13,54% sono necessarie più piste ciclabili, il 14,56% chiede più investimenti nel trasporto pubblico, il 20,38% più aree verdi e il 37% darebbe priorità alle periferie.
Queste sono le risposte date da circa 15mila persone al sondaggio creato da GreenPeace Italia su cosa farebbero se amministrassero la propria città. Il 90% degli partecipanti ha dichiarato che il Governo deve agire per poter migliorare la situazione ma d’altra parte anche i cittadini devono dare il loro contributo partendo dai semplici gesti quotidiani. Il 70% non è soddisfatto degli investimenti del governo in merito all’aspetto ecologico e sostenibile. Sempre “il 90% inoltre si ritiene preoccupato sul fatto che la politica sottovaluti il rischio che le città corrono cercando di affrontare gli eventi dovuti ai cambiamenti climatici, come in realtà già avvenuto nel caso della pandemia”. Così spiega l’ONG.
Sugli eventi accaduti e sul nuovo modello di vita imposto dall’emergenza Covid, Greenpeace ha lanciato il progetto #Restart con “l’obiettivo di rendere le città più sostenibili e resilienti alle crisi”. Ciò è possibile attraverso un coinvolgimento delle persone che vivono in grandi città quali Roma, Madrid, Bogotà e Città del Messico non soltanto per adottare comportamenti più sostenibili, ma per dimostrarsi parte attiva nelle richieste di cambiamento verso le amministrazioni locali.
“Oggi il 55% della popolazione mondiale vive in contesti urbani, e si prevede che la quota salirà al 68% entro il 2050”. Questi sono i dati secondo l’Agenzia per l’Ambiente ONU (Unep) ai quali aggiunge il 75% delle emissioni globali di gas serra che viene proprio dalle città.
“Per risolvere la crisi che abbiamo di fronte, sia ambientale, sanitaria ed economica, dobbiamo cambiare il modo in cui consumiamo e viviamo gli spazi urbani. La direzione che va presa è chiara: cibo prodotto localmente e in modo ecologico, mobilità alternativa, pubblica e condivisa, spazi verdi sicuri e accessibili a tutti, dal centro alle periferie”. A dichiararlo è la coordinatrice internazionale del progetto, Chiara Campione.