Cinema, musica, moda, spettacolo e teatro, ma anche testate giornalistiche e media del settore si sono fermate sui social per 24 ore nella giornata del 2 giugno 2020. Un “Blackout Tuesday” per esprimere solidarietà e dissenso dopo la tragica morte del 46enne afroamericano George Floyd durante un fermo di polizia.
L’iniziativa del Blackout Tuesday che si è svolta ieri è consistita nell’oscurare il proprio profilo social o condividere un post completamente nero fermando ogni comunicazione per una giornata, in segno di protesta e per riflettere su quanto sta attualmente accadendo negli Stati Uniti, ma è stata anche un’occasione per condividere link utili per perorare la causa di chi sta protestando. Per l’occasione, ecco cinque film sul razzismo che in questi giorni andrebbero rivisti.
Fa’ la cosa giusta
Storico film del 1989 scritto e diretto da Spike Lee (e considerato uno dei migliori lavori del regista afroamericano), alla sua uscita nelle sale statunitensi suscitò grandi discussioni a causa di un finale che, secondi alcuni critici, istigava i giovani afro-americani dei quartieri popolari alla rivolta e all’insubordinazione. Anche per questo il film, pur ricevendo due nomination agli Oscar, come migliore sceneggiatura originale e come miglior attore non protagonista (Danny Aiello), non ha ottenuto alcun riconoscimento. Molti indicarono come un grosso errore anche la decisione di non assegnare la Palma d’oro al film di Spike Lee, che fu definito come l’unico vero shock dell’edizione di quell’anno.
Se la strada potesse parlare
Nel film diretto da Barry Jenkins (il regista dell’acclamato Moonlight), Tish e Fonny raccontano la storia della loro vita vissuta nell’America degli anni ’70. Tish, afroamericana diciannovenne in attesa del primo figlio avuto con Fonny, si batte insieme alla sua famiglia per cercare di fare giustizia e scagionare il marito, ingiustamente detenuto per un’accusa di stupro nei confronti di una donna bianca. La falsa accusa di un poliziotto razzista è stata architettata con la complicità della vittima, una donna psicolabile e facilmente manipolabile, vittima anche lei dell’imperante sentimento di odio e discriminazione di quegli anni.
I Am Not Your Negro
Il documentario diretto Raoul Peck è tratto dal libro, mai pubblicato, Remember This House di James Baldwin, pensato in una vita intera e poi lasciato ai posteri come manoscritto incompleto. Quell’opera letteraria diventa un documentario sulla secolare questione dei neri in America, che mescola materiali d’archivio al proprio girato, sullo sfondo testo, inedito fino a quel momento, letto dalla voce Samuel L. Jackson. Il film è efficace grazie ad un’opera attenta di selezione degli scritti del celebre attivista/pensatore/scrittore nato ad Harlem nel 1924 e morto in Francia ormai trent’anni fa.
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Get Out
Pur essendo un thriller horror, con sfumature satiriche e addirittura fantascientifiche, il film del 2017 scritto, diretto e co-prodotto da Jordan Peele, al suo esordio dietro la macchina da presa, è una testimonianza fortissima dello sfruttamento degli afroamericani in America. Il film, interpretato da Daniel Kaluuya ed Allison Williams nel ruolo di protagonisti, è parzialmente ispirato alle vicende narrate in La notte dei morti viventi (1968), proponendosi come un’angosciante e grottesca critica socio-politica sul modello di liberalismo negli Stati Uniti d’America.
Barriere
Barriere è un film del 2016 diretto ed interpretato da Denzel Washington, adattamento cinematografico della famosissima opera teatrale omonima del 1983, vincitrice del premio Pulitzer per la drammaturgia e scritta da August Wilson, accreditato come sceneggiatore del film nonostante ma morto nel 2005. Un padre di famiglia deve combattere contro le discriminazioni razziali per difendere la sua famiglia e proteggere i propri figli. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio Oscar.