Conciliare normalità e sicurezza dopo il Covid non è facile. In aiuto arriva la tecnologia con Immuni. Ma sull’app di conctact tracing ci sono ancora dubbi.
Per la prima volta nella storia un virus è riuscito a bloccare tutto il mondo. La pandemia dovuta al Covid è qualcosa di completamente nuovo a cui la nostra contemporaneità ha dovuto imparare a far fronte. Ma, si sa bene, l’uomo in qualche modo si adatta. Così le abitudini cambiano per garantire al contempo normalità e sicurezza. I bar e i ristoranti distanziano i tavoli o mettono schermi di plastica tra i commensali. La mascherina è diventata l’oggetto che bisogna sempre avere con sé, più del cellulare. Anzi no, non più del cellulare. Almeno non se si scarica Immuni, l’app di contact tracing italiana.
L’applicazione funziona emettendo continuamente un segnale Bluetooth che include un identificativo. Quando due utenti Immuni entrano in contatto tra loro, il dispositivo registra l’incontro. In questo modo se un soggetto dovesse scoprire di essere affetto da Covid, può risalire all’identificativo degli altri utenti con cui è entrato in contatto.
Nelle scorse settimane c’è stata polemica sull’utilizzo di questa app. Molti dubbi si sono condensati attorno al rispetto dei dati personali. Ora il garante della privacy ha dato l’ok: l’app è sicura. Sul sito del Ministero dell’Innovazione si legge che il tracciamento “è basato su tecnologia Bluetooth e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del Gps. L’app non raccoglie alcun dato identificativo dell’utente, come nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o e-mail. Pertanto, l’app riesce a determinare che un contatto fra due utenti è avvenuto, ma non chi siano effettivamente i due utenti o dove il contatto sia avvenuto”.
L’app quindi non registrerà alcun dato personale, ma sono gli identificativi dei clienti Immuni. Ma questa promessa ancora non convince. A riassumere i dubbi di molti italiani è Matteo Salvini, che durante un intervento a Quarta Repubblica si è dichiarato ancora sfavorevole all’utilizzo dell’app. “Non mi scarico l’app Immuni. Sino a quando non sono sicuro che i dati degli italiani, la loro vita privata, non vadano in mano a qualcuno che ha magari soci cinesi ci penso 18 volte… Perchè la Cina non è una democrazia”. Questo il commento del leader della Lega a proposito di Immuni: parole che riaccendono la polemica sull’applicazione.
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