Le rivolte in Usa hanno colpito anche Joe Bastianich: l’imprenditore italoamericano ha trovato il suo ristorante completamente distrutto.
Joe Bastianich è disperato: l’imprenditore celebre per essere stato uno de giudici più amati di Masterchef Italia deve affrontare in questi giorni la distruzione del suo ristorante ad opera dei rivoltosi statunitensi.
In seguito alla morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso dalla polizia, i manifestanti hanno saccheggiato il locale di cui è socio insieme alla chef Nancy Silverton.
Joe racconta come sono andate le cose e cosa si è trovato davanti dopo il passaggio dei manifestanti: “Sono entrati e hanno distrutto tutto: hanno rubato il vino e gli incassi, hanno spaccato il vetro a mazzate e gettato benzina per bruciare gli interni. Un vero disastro”, racconta Bastianich.
L’atto di vandalismo che ha colpito il “Pizzeria Mozza” e il “Chi spacca” di Los Angeles è avvenuto nella notte di sabato 30 maggio ha scosso molto il noto personaggio televisivo.
“Tutti hanno il diritto di protestare, di manifestare la propria opinione e, perché no, anche di agire per essere ascoltati. Mi dispiace solo che una minoranza di persone sfrutti questo momento a proprio vantaggio per andare a spaccare o a rubare. Distolgono, tra l’altro, l’attenzione dal messaggio”, precisa Joe.
Bastianich non contesta la protesta, ma il modo in cui i manifestanti esprimono il proprio dissenso. Queste le parole dell’imprenditore: “Qui siamo tutti indignati, questo Paese non può avere un futuro se non risolve questa ferita razziale. Quindi, da cittadino, dico: se il costo per dare giustizia a Floyd è un ristorante bruciato, ok lo sopporto. L’importante in questo momento è non stare in silenzio, perché stare in silenzio significa essere complici di una situazione insopportabile”.
La distruzione del ristorante si aggiunge ad una serie di difficoltà che Bastianich sta affrontando a causa del Coronavirus: Joe è stato già costretto a diversi tagli del personale, come spiega: “Tutto questo è successo proprio a pochi giorni dalla ripresa delle attività… eravamo chiusi dal primo di aprile per il Coronavirus e avevamo appena ricominciato a servire pizze a domicilio e cibo delivery. Ora dobbiamo ricostruire l’intero locale, i danni sono enormi. Non solo quelli fisici però. Siamo un Paese a pezzi”.
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